Tommasi sul coronavirus: “Il calcio pensa all’emergenza economica”

Tommasi sul coronavirus: “Il calcio pensa all’emergenza economica”

Il mondo del calcio si sta riunendo per fronteggiare al meglio il coronavirus; tante le ipotesi messe sul tavolo nel tentativo di poter tornare in campo e terminare la stagione calcistica. Presidenti e giocatori stanno cercando una soluzione comune per superare le difficoltà causate dall’emergenza. Il presidente dell’AIC, Damiano Tommasi, a tal proposito a rilasciato delle dichiarazioni interessanti al Corriere dello Sport.per rispondere alle accuse di Zazzaroni che riteneva inutile l’operato dell’AIC. Ecco le sue parole: “L’agenda la detta il Coronavirus e nella vicenda Juve nessuno ha scavalcato nessuno. Lavoriamo per far andare d’accordo club e calciatori. L’idea che mi sono fatto è che le considerazioni attuali su tagli a stipendi o meno, chiusura anticipata o meno, giocare d’estate o meno, siano, ad oggi, per l’80% con priorità all’emergenza economica e per il 20% all’emergenza sanitaria. Lo slogan ottimistico del ‘tornerà tutto come prima!’ sarà per il calcio, una triste conclusione”. Dichiarazioni importanti e che fanno capire, ancora una volta, come il problema sia serio e vado affrontato con la massima serietà

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Tommasi: “mettere da parte gli interessi personali”

Tommasi: “mettere da parte gli interessi personali”

Damiano Tommasi, presidente dell’Assocalciatori (AIC), ha rilasciato numerose dichiarazioni a Radio Uno parlando dei vari punti sui quali si sta discutendo tra club, leghe e sindacati: ripresa della Serie A, organizzazione delle leghe inferiori, rivisitazione contratti e tagli degli stipendi.

Così sulla questione dei tagli degli stipendi“Parlare degli stipendi dei calciatori è un segnale che testimonia di come non siamo allineati col resto del Paese. Si sta parlando delle mensilità di marzo, che scadono il 20 aprile, di una ripresa di cui non si sa ancora nulla, di danni che non sono ancora stati calcolati.”

Per quanto riguarda la ripresa della Serie A e l’organizzazione delle altre leghe ha dichiarato che: “Se si potesse tornare a giocare, che è quello che tutti noi vorremmo, significherebbe che la situazione si è normalizzata. Gli scenari possono cambiare e cercare di prepararsi a tutte le ipotesi, tutte plausibili, è sempre più complicato. C’è anche il tema organizzativo: sarebbe un sogno tornare a giocare in estate, ma questo comporterebbe degli interventi sui contratti dei giocatori, lo spostamento delle competizioni che potrebbe andare a incidere sulla stagione 2020-21 e bisogna programmare anche i campionati di Serie B e Lega Pro perché ci sono i salti di categoria e le iscrizioni ai campionati in tempi più stretti. Il tema delle competizioni va valutato anche sulla possibilità di spostarsi: arrivare a muovere una squadra per l’Italia è una cosa progressiva. E’ un lusso pensare a come programmare la ripresa.”

Tommasi non ha risparmiato un attacco velato a chi sta gestendo egoisticamente la situazione:  “Bisogna mettere da parte gli interessi personali. Qualcuno ha pensato e continua a pensare al particolare, al suo movimento, al suo mondo, senza pensare che siamo tutti collegati a un fenomeno globale. Siamo inseriti nel contesto e nel contesto bisogna trovare soluzioni”

 

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Serie A, tuona Tommasi: “Chi vuole allenarsi ora, non so cosa abbia in mente.”

Serie A, tuona Damiano Tommasi, il presidente dell’ AIC torna a parlare ai giornalisti del Corriere dello Sport, in una lunga intervista dove ha toccato i temi più scottanti legati all’emergenza Coronavirus e alle conseguenze che porta nel mondo del calcio.

A dire il vero non parla, o almeno non vorrebbe parlarne, questa la linea dell'”Anima Candida”, che in rappresentanza dei calciatori auspica il rinvio di molti discorsi a quando la situazione sarà più rosea: “Il problema del taglio degli stipendi va posto a tempo debito.”. 

Primo argomento spinoso quello degli stipendi, con Gravina che ha chiesto ai giocatori un sacrificio in questa situazione, e Tommasi ha tenuto a rispondere al Presidente federale: “Cosa rispondo a Gravina che dice che non è più un tabù? Che i primi interessati alla sostenibilità del sistema calcio sono gli stessi calciatori e tutte le persone che ci lavorano. Siamo consapevoli che questo sia un tema da affrontare, ma non adesso. Prima vanno quantificati i danni e questo procedimento è possibile solo quando sapremo se la stagione finirà o no. Il problema del taglio degli stipendi va posto a tempo debito. Non possiamo imporre gli associati ad accettare i tagli? Proprio così. Possiamo dare una linea, ma sulle rinunce decidono i singoli. Noi troviamo un’intesa sull’accordo collettivo e sul minimo federale di 30mila euro lordi all’anno che è molto usato in Lega Pro. La Serie A parla di un taglio del 20-30%? Non capisco che tipo di accordo ci propongono anche perché, ripeto, non siamo in grado di obbligare gli associati ad accettarlo. Siamo d’accordo con la Lega di anticipare le ferie estive e di considerare questi giorni come vacanze per ridurre le ferie a luglio. Su questo nessun problema. Sugli stipendi vedremo…”

Interessanti le parole riguardanti la ripresa di campionato ed allenamenti, un tema anche questo che Tommasi invita a non considerare al momento, senza programmi o date, seguendo il modello inglese: “Ripresa del campionato? Non lo so. Mi auguro presto perché il calcio sarà un termometro della società: quando il pallone rotolerà di nuovo, saremo quasi fuori da questo incubo. Serie A in campo il 3 maggio? Come hanno fatto gli inglesi, trovo più corretto dire che non si riprenderà fino a una certa data, piuttosto che indicare un giorno”.

Ma è sugli allenamenti e le notizie che vorrebbero la Lazio riprendere ad allenarsi già da lunedì che Tommasi usa le parole più dure, condannando aspramente la scelta di Lotito, al quale l’ex centrocampista della nazionale e della Roma lancia una diretta frecciata: “Chi pensa di avvantaggiarsi facendo allenare i suoi tesserati, non so cosa abbia in mente. Lo dico senza voler fare polemiche perché questo non è il momento delle polemiche. Allenarsi ora, due mesi prima della ripresa del campionato, però non ha senso. Ed è pure pericoloso. In Spagna ci sono decine di giocatori positivi, mentre in Italia non tutti hanno fatto il test e ci sono più asintomatici di quelli che si pensa. Lotito forse avrà buoni informatori e saprà quando davvero si ricomincerà il campionato”.

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