Gullit, il Tulipano Nero che vestì blucerchiato
Gullit, il Tulipano Nero che vestì blucerchiato
Tutte le storie iniziano di lunedì, o quasi, diciamo che tutte le storie normali iniziano di lunedì… beh, questa no, questa storia non inizia di lunedì perché non è una storia normale. Questa è la storia di una stella cometa passata nel firmamento blucerchiato a intermittenza tra il 1993 ed il 1995, ma seppur di breve durata fu un passaggio memorabile il che rende questa storia così mitica da annullarne ogni normalità al suo interno. Come ogni storia mitica ha mille particolarità: il fatto che non cominci di lunedì, il protagonista della storia e le sue passioni, i numeri al termine del passaggio della cometa e il significato che ebbe per la città sulla quale brillò, Genova.
Questa storia comincia un mercoledì di luglio, il 14 luglio 1993 per l’esattezza: a Genova non fa troppo caldo quel giorno nonostante sia estate inoltrata, circa 20 °C, però è piuttosto umido e gli abitanti della città non sembrano gradire troppo quel clima. Ma c’è una metà esatta della città di Genova che di colpo viene scossa da una notizia che ha del clamoroso, una di quelle notizie sbalorditive che lasciano a bocca aperta come se una stella cometa luminosissima decidesse di passare proprio sulla testa degli astanti… il 14 luglio 1993, in uno strano mercoledì di metà luglio, Ruud Gullit venne ufficializzato dalla Sampdoria come un nuovo calciatore blucerchiato. Inizia così la nostra strana storia, la storia di Gullit alla Samp, una storia così intensa e breve allo stesso tempo che verrà ricordata negli annali nel calcio seppur durata appena 63 partite.
All’epoca di quel 14 luglio del 1993 l’indimenticabile Paolo Mantovani, allora presidente della Sampdoria, era fortemente indebolito e provato dalla malattia che qualche mese dopo (ad ottobre, anche qui il 14) l’avrebbe strappato ai suoi cari ed ai suoi adorati tifosi, ciononostante lo spirito deciso dell’imprenditore romano ma genoano d’adozione permise di dare l’affondo ad un ultimo colpo di mercato per rendere la sua amata Sampdoria sempre più forte: fu così che grazie ad una chiacchierata convincente avvenuta tra Gullit e Mantovani nel dicembre del ‘92 e ad una operazione estiva di mercato fulminea, che batté sul tempo il Torino, da 1 miliardo di lire che Ruud Gullit arrivò ad indossare la maglia della Sampdoria, firmando un contratto da 2 miliardi e 200 milioni di lire a stagione.
Dicevamo che questa storia ha mille particolarità, come ad esempio il protagonista in questione: insignito del Pallone d’Oro nel 1987 (dedicato a Nelson Mandela) alla sua prima esperienza in Serie A con la maglia del Milan, Ruud Gullit si rese famoso non solo per le sue doti calcistiche da fuoriclasse assoluto, ma anche per le sue passioni fuori dal campo come la musica e le donne. La musica era tra le passioni più forti, Gullit si dilettava a suonare per una band reggae con la quale si esibì anche nei palasport italiani, e le donne poi… tre mogli, tra le quali figurano un’ex fidanzata di Ayrton Senna e la nipote di Johann Cruyff, dalle quali avrà cinque figli.
Ma questa non è solo la storia di un grande amatore o di un membro di una band reggae, questa è la storia di un calciatore fuoriclasse, dal talento così raro e luminoso da sembrare una stella cometa bellissima. Questa storia vede Ruud Gullit, Il Tulipano Nero, diventare rapidamente un idolo dei tifosi della Sampdoria, grazie alle giocate da campione e alle esultanze cariche sotto la Gradinata Sud per le quali i tifosi impazziscono, ed i tifosi blucerchiati impazziscono anche grazie ai numeri che Gullit produce con la maglia della Sampdoria addosso: da seconda punta e trequartista mette a segno 26 gol in 63 presenze, nella stagione 1993-1994 e nella seconda parte della successiva. Con la casacca blucerchiata vinse la Coppa Italia alla sua prima stagione, non sazio dei numerosi trofei alzati con la maglia del Milan; cambiò aria proprio perché saturo e demotivato in rossonero dopo aver perso la finale di Champions League contro il Marsiglia, fu allora che Mantovani fiutò l’affare e lo consegnò al duo tecnico della Sampdoria formato da Sven-Goran Eriksson e Sergio Santarini. Memorabile le parole scambiate tra Gullit e Mantovani il giorno della presentazione della squadra: “Presidente – disse Gullit presentandosi con oltre un’ora di ritardo – mi faccia tornare la voglia di giocare a pallone“, Mantovani gli rispose “Tu vieni puntuale e ti garantisco che ti divertirai come non ti sei mai divertito prima“.
Il Tulipano Nero incantò Genova in appena una stagione e mezza, ma al di là dei gol e delle giocate Ruud Gullit verrà per sempre ricordato dai tifosi blucerchiati come l’ultimo grande regalo che l’immenso Presidente Mantovani fece alla sua Sampdoria.
(Dati Wikipedia e Transfermarkt)
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