Torino, da chi ripartire per il prossimo anno?
Sfumato ampiamente l’obiettivo settimo posto, che avrebbe garantito la qualificazione in Europa League, il Torino si appresta a giocare le ultime due sfide di campionato contro Spal e Genoa. Questo finale di stagione servirà alla squadra granata per valutare una serie di scelte utili per la programmazione del prossimo anno, in particolar modo per decidere chi può restare e chi deve partire tra i giocatori attualmente a disposizione. A tal proposito, noi di RadioGoal24 abbiamo individuato e analizzato tre punti basilari su cui il Toro deve puntare per affrontare al meglio la stagione 2018-2019.
Walter Mazzarri

Arrivato a Torino dopo l’esonero di Mihajlovic (a causa della sconfitta nel derby di Coppa Italia contro la Juventus), Mazzarri ha portato linfa vitale a Belotti e compagni. Nelle prime cinque partite sulla panchina granata, il tecnico livornese è riuscito ad ottenere 11 punti, con un rendimento degno di un club che aspira a qualificarsi in Champions League. Successivamente la squadra ha attraversato un periodo di alti e bassi, buttando ad esempio punti importanti contro Hellas Verona e Chievo, ma ottenendo ottimi risultati contro Inter, Milan e Napoli. L’anno prossimo bisogna assolutamente acquisire una forza mentale maggiore per poter affrontare le cosiddette “medio-piccole”, e Mazzarri sembra l’indiziato numero uno su cui far affidamento: il 3-5-2, modulo preferito dall’allenatore toscano, pare il giusto abito per questo Torino, poiché esalta le caratteristiche di quasi tutti i componenti della rosa. In particolar modo questa disposizione tattica ha permesso ad Ansaldi e De Silvestri di poter sfruttare al meglio le loro doti, che si contraddistinguono non solo nel difendere le fasce, ma anche nel presidiarle. Per poter ambire a qualcosa di importante servirà sicuramente rinforzare la rosa e, come dichiarato dallo stesso presidente Cairo, Mazzarri è l’unico a trovarsi nelle condizioni di poter dire chi può essere un giocatore da Toro e chi no, soprattutto in vista del modulo che ha in mente. A sua difesa c’è l’attenuante di aver lavorato soltanto sei mesi con la squadra, un periodo limitato direbbe qualcuno, che però gli è servito per conoscere i calciatori della rosa (anche se alcuni già li aveva allenati), attraverso una full immersion da dover effettuare totalmente ex novo. L’ex allenatore di Napoli e Inter ha adesso a disposizione un’intera annata per potersi occupare del gruppo, avendo dalla propria anche la fiducia del patron Urbano Cairo, che ha sempre apprezzato la sua determinazione e capacità nel saper gestire il collettivo.
Iago Falque e Belotti

Le due punte di diamante del Torino sono sicuramente Iago Falque e Belotti: il primo ha vissuto e sta vivendo tutt’ora una stagione pazzesca, mentre il secondo ha disputato una stagione incolore, soprattutto a causa del brutto infortunio di dicembre. Lo spagnolo ex Genoa e Roma ha sempre ricevuto gli elogi da parte di tutti, Mazzarri in primis, che ama il suo stile di gioco ed anche la sua personalità in campo, caparbia e molto tenace. Iago si è sempre caricato la squadra sulle spalle, specialmente quando bisognava soffrire, ma soprattutto nel periodo in cui c’era da fronteggiare l’assenza di Belotti nel reparto di attacco. Quest’anno il numero 14 granata, con 11 reti segnate in campionato, risulta il miglior marcatore della sua squadra: il giocatore sembra aver trovato la giusta continuità ed il club dovrà innalzare un muro per contrastare eventuali offerte, considerando che è un esterno che segna quasi con il ritmo di un vero attaccante. Per quanto riguarda il gallo Belotti, Cairo ha confermato che non ha nessuna intenzione di venderlo. Il bomber del Torino ha avuto la sfortuna di infortunarsi due volte nell’arco di questa stagione e di perdere tre mesi abbondanti, nei quali la lontananza dal campo ha impattato fortemente sulle prestazioni del giocatore. Nonostante le diverse assenze, però, Belotti ha segnato 11 goal tra campionato e Coppa Italia, e nelle ultime gare è apparso motivato e desideroso di volere continuare la sua avventura in maglia granata. Se dovesse ritornare ai livelli a cui era abituato, Mazzarri punterebbe tantissimo su di lui, ed il Toro potrebbe contare su un livello offensivo davvero niente male.
Mix tra giovani e uomini d’esperienza

Il presidente Cairo ha più volte ribadito che in questo finale di stagione vorrebbe vedere più giovani in campo, per capire meglio su chi costruire il Torino del futuro. La società granata è sempre stata brava nel saper valorizzare i baby talenti, che di certo non mancano in rosa neanche quest’anno: Edera, Lyanco, Bonifazi, Berenguer, Barreca e il portiere Milinkovis-Savic sono tutte ottime promesse, ma il loro futuro resta ancora tutto da decidere. D’altronde non tutti hanno mantenuto le aspettative, altri hanno deluso e qualcuno è stato anche sfortunato a causa degli infortuni, però è evidente che il peso della prossima stagione non possa gravare esclusivamente su di loro. E’ risaputo infatti che una squadra ambiziosa, volenterosa di centrare un posto in Europa, non necessita soltanto di giovani scommesse, ma anche di calciatori già affermati e pronti all’uso, che possano garantire le giuste certezze nei momenti che contano. L’esempio attuale da cui ripartire e a cui bisogna guardare è certamente Salvatore Sirigu, portiere di caratura mondiale, che ha vestito la maglia della nazionale e del Paris Saint-Germain. Altri nomi importanti che si fanno in vista dell’anno seguente sono quelli di Laxalt e Lazzari: il giocatore del Genoa sarebbe il primo rinforzo richiesto da Mazzarri, che lo vedrebbe bene nel suo 3-5-2, dato che Ansaldi può giocare sia a destra che a sinistra. Per quanto riguarda l’esterno della Spal, invece, tutto dipende dalla valutazione di Bonifazi: il Torino ha dato tempo a Mazzarri di valutare il giocatore, che può essere adattato anche alla difesa a tre. Nel caso in cui il ragazzo non dovesse rientrare tra i piani del tecnico livornese, allora il club granata potrebbe decidere di effettuare uno scambio Bonifazi-Lazzari.