I calciatori e la passione per i videogames

A volte guardiamo le partite di calcio e osserviamo 22 “uomini” che si affrontano in uno stadio gremito, davanti a più di 50 mila persone oltre ai milioni di appassionati che seguono da casa e da tutte le parti del mondo, ma ci dimentichiamo che in fondo sono dei ragazzi di poco più di 20 anni che, come altri coetanei, hanno esigenze e passioni, oltre che calcistiche, molto semplici.

Come appunto i videogames. Sicuramente passeranno il loro tempo giocando con le console di ultima generazione e i sistemi di fruizione più evoluti, oppure con i giochi offerti dai casino stranieri, ognuno il suo. Per alcuni è solo un passatempo, per altri una vera e propria ossessione. Andiamo allora a curiosare nella vita dei campioni del calcio per scoprire chi sono i veri “malati” dei videogiochi.

Non sono rare le foto dei campioni intenti a cimentarsi con le ultime uscite, con le mogli che spesso postano sui social scatti rubati ai mariti e frasi contrariate per la mancanza di attenzione. Come nel caso di Ciro Immobile e la moglie Jessica, che scherza spesso sulla questione pubblicando foto del bomber biancoceleste immerso nella realtà virtuale.

Oppure Alvaro Morata, che ammette di giocare anche con il cellulare mentre aspetta la moglie fare shopping o nei viaggi con la squadra. Il suo gioco preferito è Call of Duty, del quale si dichiara un esperto giocatore. Dopotutto, potrebbe averne abbastanza di calcio dopo tante partite e sessioni di allenamento.

Non sono stanchi di calcio, invece, Luis Alberto e Alessandro Florenzi, che hanno tra i preferiti sicuramente FIFA di EA sports. Il laziale ha in casa persino una stanza dedicata ai videogiochi e ha dichiarato di passare molto tempo con i tifosi giocando alla play. Anche l’ex giallorosso si definisce un “malato di Playstation”. Pare che, in occasione della partita contro la Svezia nei playoff con la nazionale Under 21, andò a comprare un televisore nuovo perché quello in camera non aveva l’attacco adatto per la console.

Antoine Griezmann, ai tempi dell’Atletico Madrid, si fece talmente ispirare dal gioco Fortnite da imitare l’esultanza tipica del suo personaggio ad ogni gol realizzato. La “loser dance” è stata mostrata anche in occasione del mondiale 2018 dopo il gol con la Francia. Come lui, anche il centrocampista Dele Alli condivide con Griezmann la passione per il gioco e ne copia le esultanze.

Ma i videogiochi, da semplice svago, possono diventare una vera e propria ossessione, mettendo anche nei guai i più fissati dei calciatori. Come successo a Ousmane Dembelé, che non si presentò agli allenamenti del Barcellona dopo aver passato una notte insonne davanti la Play; o a Neymar, che non si presentò alla cerimonia di premiazione del Pallone d’Oro per giocare online e in diretta streaming su Twitch a Call of Duty con Marquinhos e Thiago Silva.

Mesut Ozil fece peggio di tutti, chiudendo i rapporti con l’Arsenal per via di un dolore alla schiena provocato da circa 1740 ore davanti alla console giocando a Fortnite. Anche Alessandro Nesta si “infortunò” per colpa del troppo utilizzo del joystick, e David James, portiere del Newcastle, disse che “per colpa dei videogiochi” non riusciva a rendere in campo. Pare che passasse intere ore giocando a Tekken 2 e Tomb Rider.

Insomma, pare che i videogiochi riescano a coinvolgere un po’ tutti, dai ragazzini agli adulti, dai tifosi ai calciatori. E chi più di loro, che allenamenti a parte, hanno tempo e risorse da dedicargli? La prossima volta che ti connetterai a uno dei giochi sopracitati stai in guardia, perché potresti trovarti ad affrontare uno dei tuoi calciatori preferiti senza neanche rendertene conto.