31 anni fa: Live is life, Maradona palleggia!

31 anni fa: Live is life, Maradona palleggia!

Di momenti magici il calcio ne ha regalati tanti, tutto grazie a grandi protagonisti, grandi maghi di questo sport: grandi giocatori.

C’è solo un giocatore nella storia del calcio che può aver reso epico non una partita ma un riscaldamento. Diego Armando Maradona è stato questo, capace di far emozionare con la sua sola presenza; con un pallone vicino ovviamente.

E’ forse la più spettacolare manifestazione di totale libertà e tranquillità sportiva. Prima di una partita, il capitano del Napoli sta ballando. Nessuno mai si sarebbe sognato di farlo, lui invece sì. In quel momento, sportivamente parlando, era perfetto. Stiamo parlando del 19 Aprile 1989, 31 annni fa, Olympiastadion di Monaco, Bayern Moanco-Napoli, durante il riscaldamento gli altoparlanti dello stadio diffondo la canzone “Live is Life” degli Opus, un ritmo cadenzato condito dal canto della gente; una descrizione degna di un goal di Maradona. La partita è tesa, il Napoli ha vinto 2-0 al San Paolo e ora deve difendere il risultato, e Maradona sceglie questo gesto per far capire cosa sia il calcio per lui, come a dire “Tranquilli, sereni, danzate con me” e via e 1 e 2 e 3… LA LA LA LA LA, e via ancora e 1 e 2 e 3, palleggi a ritmo di musica, un inno alla’armonia, un inno al calcio, un inno a Diego Armando Maradona.

 

 

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Non solo Pogba: la Top 10 dei calciatori con i capelli più strani

Capelli più strani – Ultimamente i calciatori si fanno notare più per il tipo di capelli che per le giocate. Acconciature sempre più strane caratterizzano i protagonisti della domenica calcistica.

Uno fra tutti è Paul Pogba, ma non solo. Ecco infatti la Top10 dei calciatori con i capelli più strani stilata dalla redazione di RadioGoal24.

10 – Stephan El Shaarawy

Apriamo la nostra classifica con la cresta di Stephan El Shaarawy che da Milano (sponda rossonera) alla Capitale (versante giallorosso) ha portato il suo taglio di capelli. A differenza di quella di Hamsik, la cresta del Faraone è leggermente più bassa ed ha una linea sottile che la separa dalla fronte. Modi diversi per uno stesso taglio.

9 – Hector Bellerin

Il terzino dell’Arsenal ha deciso, recentemente, di entrare di diritto nella classifica dei giocatori con i capelli più strani. Il giocatore spagnolo, infatti, è passato dal codino alle treccine a strati alterni. Una scelta particolare quella del ragazzo.

8 – Marek Hamsik

Simbolo e bandiera del Napoli, Hamsik ha lanciato una vera e propria moda negli ultimi anni; si tratta della “cresta alla Marek”. Sono tantissimi, infatti, i ragazzi che chiedono questo taglio di capelli. Il taglio del centrocampista azzurro è particolare perché resta, nel corso di tutta la partita, sempre composto senza muoversi minimamente. La leggenda narra che Hamsik, qualora se la dovesse tagliare, perderebbe le sue qualità.

7 – Radja Nainggolan

Non poteva mancare in questa speciale classifica Radja Nainggolan. Una delle particolarità del belga, oltre alla grinta che mette sui campi da gioco, è senza dubbio la sua cresta che nel corso del tempo ha subito numerosi cambiamenti: sottile di diversi colori (a volte nera, a volte gialla), simile a quella di un leone, unita a delle treccine. Queste le ultime, strane, capigliature che hanno accompagnato le gesta calcistiche di Nainggolan.

6 – Gervinho

Ve lo ricordate Gervinho? La freccia che ha fatto innamorare i tifosi della Roma, oltre ad essere estremamente veloce ha sempre avuto una capigliatura bizzarra. Il giocatore ha delle treccine con cui, grazie ad una fascia, tiene coperta la sua ampia fronte.

5 – Rodrigo Palacio

L’attaccante, attualmente in forza al Bologna, ha avuto un recente passato all’Inter dove ha dimostrato ottime qualità sia come rifinitore che come realizzatore. Tutta la sua carriera, però, è stata caratterizzata dalla capigliatura. Il giocatore argentino ha una testa completamente rasata (anche se al tempo del Boca Juniors aveva i capelli) con una trecciolina sottile sottile (da qui deriva il soprannome “trenza”, trecciolina appunto).

4 – Marouane Fellaini

Il giocatore del Manchester United è diventato famoso, specialmente sui social, grazie ai suo capelli. La folta chioma che lo caratterizza è simile a quella del leone ma in campo il centrocampista belga fatica a dominare gli avversari.

3 – Mario Balotelli

Saliamo sul podio con Mario Balotelli. In campo non è mai riuscito a dimostrare tutte le sue qualità, sui social invece è sempre uno dei primi grazie anche ad un look tutto suo. Sono state molte le acconciature che hanno reso famoso (a volte anche più delle gesta in campo) l’ex Inter. La più strana, forse, è quella che vedeva la sua testa interamente ricoperta da dei triangoli di diversi colori.

2 – Paul Pogba

Secondo posto, che sa di beffa, per Paul Pogba, uno dei centrocampisti più forti del panorama mondiale che non passa inosservato per la sua acconciatura. I capelli del francese hanno subito varie trasformazioni ma una caratteristica è rimasta sempre la stessa: i disegni. L’ultima idea dell’ex Juventus è stata quella di un taglio “cinese”: un ventaglio con la scritta Pogboom.

1 – Vagner Love

Vince, e non ci sono dubbi, questa speciale classifica Vagner Love. L’attaccante dell’Alanyaspor, con un passato al CSKA Mosca, ha sempre optato per un taglio di capelli che difficilmente passa inosservato. Al giocatore, infatti, sono sempre piaciuti i capelli lunghi caratterizzati da delle treccine colorate (rosse e blu in particolar modo). Ma attenzione, perché la punta brasiliana ha sperimentato anche la testa completamente rasata.

 

 




Il Milan può vincere lo scudetto

I successi contro Sassuolo e Lazio, nonostante le numerose assenze, hanno confermato in maniera definitiva come questo Milan possa vincere lo scudetto. I ragazzi di Pioli, infatti, stanno andando ogni oltre aspettative e anche l’assenza di un totem come Ibrahimović (nelle ultime due sfide non è mancato solo l’attaccante svedese) non ha influenzato minimamente il gioco di una squadra che sta andando a memoria. Un gruppo forte, unito, con una precisa identità di gioco e la voglia di compiere un qualcosa di unico; nessuno, ad inizio stagione, considerava il Milan come una possibile candidata per il titolo. Giornata dopo giornata, però, i rossoneri si sono dimostrati superiori, per quanto dice la classifica, a squadre come Inter e Juventus considerate favorite per la vittoria finale.

Ma quali sono i segreti del Milan? Nonostante quanto si possa pensare questa squadra non dipende solo dalle giocate di Ibrahimović ma sono tanti i punti di forza a partire da Donnarumma che, mai come in questa stagione, sta dimostrando di essere uno dei portieri più forti nel panorama europeo. In difesa il leader è, senza dubbio Romagnoli, ma il reparto arretrato ha acquisito sicurezza con l’arrivo di Kjær; l’ex Roma, da quando è sbarcato a Milano, ha portato forza fisica, abilità nell’anticipo e quella giusta dose di cattiveria. In mezzo al campo la coppia Kessié-Bennacer forma una diga perfetta in grado di garantire quantità e qualità al centrocampo rossonero. In ultimo, ma non per importanza, non possiamo non parlare di Çalhanoğlu passato dall’essere elemento fuori contesto a uomo in grado di risolvere la partita in qualsiasi momento specie alla sua abilità nei calci piazzati.

I principali meriti, però, vanno attribuiti esclusivamente a Stefano Pioli; il tecnico, da quando è arrivato sulla panchina del Milan, ha cambiato radicalmente volto alla squadra prendendosi anche qualche rivincita a livello personale. Il suo Milan corre e ora vuole arrivare fino alla fine per tagliare il traguardo.




Serie A, il futuro delle partite in tv è su Amazon Prime Video?

Serie A, il futuro delle partite in tv è su Amazon Prime Video?

Serie A, considerando il momento che stiamo vivendo anche la questione legata ai diritti tv del triennio 2021/24 è ferma ma è proprio in questi giorni stanno tornando forti le voci sul futuro scenario della trasmissione delle partite. Prendendo in esame la Premier League, possiamo vedere come Amazon, l’azienda di commercio elettronico statunitense, ha acquistato i diritti di ritrasmissione sulla sua piattaforma video Amazon Prime di 30 partite del campionato, con l’esclusiva di tutto il Boxing Day. Jeff Bezos, fondatore dell’impero di Amazon, sembra proprio voler includere anche la nostra Serie A.

Come già riportava Milano Finanza, in un articolo a firma di Andrea Montanari, anche Amazon starebbe studiando il dossier relativo ai diritti tv della Serie A. La concorrenza sarà con Dazn, che già si è affermato nel nostro Paese da 2 anni, e ovviamente Sky, che detiene attualmente il pacchetto maggiore di partite trasmissibile del campionato.

Nelle ultime assemblee di Lega il tema dei diritti tv non è stato affrontato ma sarà sicuramente argomento di conversazione delle prossime, considerando anche il fatto che, a causa della pandemia e dello slittamento del campionato sono susseguiti numerosi danni economici, perciò è facile aspettarsi che le società e la Lega Serie A stessa vorranno rimpinguare le loro casse.




Il problema del Bayern Monaco

Il Bayern Monaco, con il successo all’ultimo secondo sul campo del Leverkusen, ha chiuso l’anno da primo in classifica; grande protagonista del match il solito Lewandowski, autore di una doppietta. La prestazione del centravanti polacco ha mascherato una squadra che, complice il poco tempo a disposizione tra la fine della scorsa stagione e l’inizio di quella attuale, sta vivendo un momento di difficoltà. I ragazzi di Flick, infatti, faticano ad imporre il loro solito gioco e subiscono molto di più le offensive degli avversari; situazione prevedibile ma che deve essere superata il più in fretta possibile perché il Lipsia non sembra mollare e in Champions League la Lazio, nonostante sia nettamente inferiore, non avrà nulla da perdere.

Il principale problema, e forse anche unico, dei bavaresi riguarda la difesa; il reparto arretrato non riesce a garantire le stesse certezze. Nell’ultimo turno, davanti a Neuer, erano presenti Sule, Hernandez, Boateng e Davies con Alaba a centrocampo complice l’infortunio di Goretzka e le non perfette condizioni di Kimmich. I quattro non hanno disputato una brutta partita (la rete di Schick è una vera e propria perla dell’attaccante) ma in alcune circostanze si è avuta l’impressione di come il reparto fosse scollegato rispetto al resto della squadra e non riuscisse ad avere le distanze giuste nei confronti degli attaccanti avversari. Un problema che persiste da troppo tempo e su cui la squadra deve, per forza di cose, lavorare. L’ultima volta in cui Neuer non ha subito gol è stata il 24 ottobre nel cinque a zero contro l’Eintracht Francoforte; da allora undici reti in otto partite.

Il Bayern Monaco resta la principale favorita sia in Bundesliga sia in Champions League ma il problema difesa rischia di diventare serio; Flick, in questa mini pausa natalizia, dovrà lavorare su un reparto che potrebbe complicare il cammino della squadra più forte del mondo.




L’Everton e la voglia di sorprendere la Premier League

I quattro punti conquistati nelle ultime sei giornate, dopo un avvio con quattro vittorie consecutive, aveva smorzato l’entusiasmo a Goodison Park riportando la squadra con i piedi per terra. I Toffees, invece, hanno reagito nel migliore dei modi e i sette punti ottenuti contro Burnley, Chelsea e Leicester hanno restituito certezze ad una squadra che vuole restare in alto il più a lungo possibile. Pensare ad un percorso simile a quello del Leicester nel 2016, quando le Foxes hanno vinto una storica Premier League, sembra piuttosto improbabile ma i ragazzi di Ancelotti stanno dimostrando di avere le loro chance. Importante aver affrontato un momento di crisi nella prima parte di stagione quando gli errori sono ancora rimediabili e i punti persi pesano sicuramente di meno rispetto a quando arriveranno mesi decisivi come febbraio e marzo. L’Everton ha bisogno di continuità e le prossime due partite, contro Arsenal e Sheffield (squadre in difficoltà) possono essere determinanti da questo punto di vista.

Cosa hanno in più i Toffees rispetto alle principali pretendenti al titolo? A livello qualitativo praticamente nulla ma possono contare sulla voglia di compiere un qualcosa di grande che possa essere ricordato a lungo. Ancelotti ha costruito una squadra forte, difficile da affrontare e che si basa sostanzialmente su due moduli: il 4-3-3 o il 4-2-3-1. L’uomo con maggiore qualità, James Rodríguez, è stato la ciliegina sulla torta del mercato estivo e sta ripagando la fiducia della società con prestazioni di assoluto livello. Il giocatore più importante, però, è Dominic Calvert-Lewin; l’attaccante sta trovando una continuità realizzativa impressionante ed è il punto di riferimento nel gioco dell’Everton. Undici gol in tredici giornate e la voglia di trascinare la squadra il più in alto possibile. La stagione è lunga e sappiamo quanto la Premier League sia un campionato complicato ma i Toffees hanno tutta l’intenzione di essere il nuovo Leicester.




Roma, la sconfitta di Napoli e le difficoltà contro le grandi del campionato

Il quattro a zero maturato in casa del Napoli, oltre ad essere una sconfitta pesante a livello numerico, apre un problema importante all’interno del campionato della Roma: le difficoltà nel vincere contro le grandi della Serie A. I ragazzi di Fonseca, fino a questo momento, hanno mostrato due volti: micidiali contro le medio-piccole e in crisi nei cosiddetti big match. Questo, se da una parte mostra una squadra implacabile nelle partite in cui deve obbligatoriamente conquistare i tre punti, dall’altra conferma i problemi quando si alza il livello di difficoltà. Due pareggi e una sconfitta con nove gol subiti: questo il bilancio dei giallorossi contro Juventus, Milan e Napoli.

Il match del San Paolo è stata la peggior prestazione stagionale dei giallorossi; squadra mai in partita e incapace di portare sul campo quanto preparato durante la settimana (aggressività nei confronti dei portatori di palla, ricerca della profondità e attenzione difensiva). La condizione di Dzeko e Pellegrini, rientrati da poco dopo aver contratto il coronavirus, e una difesa ridotta all’osso dopo l’infortunio di Mancini non può giustificare novanta minuti in cui la Roma non è mai scesa in campo. Fonseca dovrà lavorare sulle difficoltà riscontrate dai suoi contro le grandi perché, in una stagione come questa, vincere qualche scontro diretto potrebbe essere determinante nella corsa al quarto posto. Il problema più grande, riscontrato nella gara del San Paolo, è stato quello mentale; i giallorossi, dopo la perla di Insigne su punizione (Mirante ha qualche responsabilità), sono letteralmente spariti sciogliendosi come neve al sole permettendo ai padroni di casa di giocare senza nessuna resistenza.

Quello degli scontri diretti è un problema che Fonseca si porta avanti dall’anno scorso dove, esclusi i successi contro Milan e Napoli (affrontate in momenti decisamente complicati per rossoneri e partenopei), ha ottenuto risultati negativi. Da qui alla fine del girone di andata la Roma dovrà affrontare Atalanta, Inter e Lazio con la speranza di invertire un trend che vede i giallorossi in passivo.




Il mondo del calcio omaggia Maradona

Il 25 novembre 2020 sarà una data che difficilmente dimenticheremo; la scomparsa di Diego Armando Maradona è stata una vera e propria batosta per il calcio che sta già combattendo, come tutto il mondo, con il coronavirus. El Pibe de Oro è stato il calcio in tutta la sua essenza e ci ha lasciato dei ricordi meravigliosi dal riscaldamento sulle note di Live Is Life alla punizione, fuori da ogni logica, contro la Juventus di Tacconi fino a quella fantastica partita contro l’Inghilterra con la rete che lo incoronato come Mano de Dios. Maradona, però, non è stato solo calcio; è stato un vero e proprio capo-popolo capace di unire la gente (la foto dei tifosi di Boca e River che si abbracciano lo testimoni alla perfezione). Nel weekend calcistico appena passato le testimonianze nei confronti di Diego sono state tante.

Il gesto di Messi

Maradona, al Barcellona, è stato di passaggio ma la sfida contro l’Osasuna è stata la prima partita al Camp Nou senza Diego; una sfida dominata dai Blaugrana con la rete di Griezmann, la conferma di Braithwaite dopo la doppietta in Champions ma soprattutto la perla di Messi. Il goal del numero dieci ha avuto un significato particolare soprattutto nell’esultanza; la Pulga, infatti, ha mostrato la maglia del Newell’s Old Boys in un gesto di enorme intensità. Occhi lucidi, braccia alzate al cielo e l’ultimo saluto ad un carissimo amico.

La vittoria del Napoli

Sono stati giorni difficili quelli vissuti nella città di Napoli dove Maradona è stato un qualcosa di unico (solo passando per le vie della città si può provare a capire l’importanza di Diego per il popolo partenopeo). Nella sfida di campionato, contro la Roma, la squadra ha omaggiato al meglio il ricordo del Pibe de Oro travolgendo i giallorossi in una serata molto “maradoniana”; la punizione di Insigne, non segnava su calcio piazzato da quattro anni, la rete di Mertens che quasi si scusa per aver superato il record di goal di Diego e lo slalom finale di Politano a chiudere al meglio una serata carica di emozioni.

La vittoria del Boca

Il destino ha voluto che, in Argentina, il Boca Juniors sfidasse il Newell’s Old Boys; alla Bombonera si è presentata Dalma Maradona, la primogenita di Diego. Gli Xeneizes, dopo aver segnato su punizione con Cardona, sono andati sotto la tribuna e hanno omaggiato il Diez con un lungo applauso.

Barcellona, Napoli, Boca Juniors; nell’ultimo weekend abbiamo vissuto mille emozioni nel segno del Diego Armando Maradona. Una serie di omaggi che raramente dimenticheremo e dimostrano la fortuna di aver vissuto (chi in prima persona chi tramite i filmati) l’essenza e la purezza del calcio.

Grazie Diego, AD10S




Germania, ribadita la fiducia al CT della nazionale Joachim Löw

Germania, ribadita la fiducia al CT della nazionale Joachim Löw

Si va avanti con Joachim Löw alla guida della nazionale Mannschaft, questo il responso fermo e categorico degli alti dirigenti della Federcalcio tedesca al termine della riunione fiume tenutasi quest’oggi. Come riportato da TuttoMercatoWeb, questa mattina si sono radunati i vertici della Deutscher Fußball-Bund (DFB, la Federcalcio tedesca), il CT della nazionale Joachim Löw ed il direttore sportivo della federazione Oliver Bierhoff per discutere dei recenti risultati ottenuti dalla Germania sul campo e capire se c’era ancora margine per continuare con l’attuale commissario tecnico. La pesante sconfitta patita martedì 17 novembre dalla Germania contro la Spagna per 6-0 aveva inizialmente minato un po’ la fiducia della Federcalcio nei confronti di Joachim Löw, ma una sola debacle sportiva (per quanto grande e umiliante) non poteva certo far passare inosservati gli ottimi risultati che la nazionale tedesca ha ottenuto nonostante il periodo di ringiovanimento che ha attraversato di recente. Joachim Löw ha sicuramente svolto un grande lavoro alla guida della Germania centrando la qualificazione ai prossimi europei, battendosi la testa del girone A4 della Nations League e confermando la nazionale tedesca come testa di serie nei sorteggi delle prossime qualificazioni ai mondiali. I buonissimi risultati della nazionale dunque hanno convinto i vertici della Deutscher Fußball-Bund: Joachim Löw resterà in sella almeno fino all’Europeo del 2024 che si disputerà proprio in terra teutonica, guidando quindi la Mannschaft anche nei prossimi impegni di Euro 2021 e del mondiale in Qatar del 2022.

Con una nota apparsa sul proprio sito la DFB ha così confermato il CT Löw: “c’è la ferma convinzione che Joachim Löw e il suo team di collaboratori offriranno partite e risultati di successo nonostante una situazione difficile per tutti. L’allenatore della nazionale prenderà tutte le misure necessarie per giocare un entusiasmante campionato europeo nel 2021 con la squadra. La valutazione dell’allenatore della nazionale riceve anche l’approvazione per i tornei successivi, in particolare per la Coppa del Mondo 2022 in Qatar e il Campionato Europeo 2024 che si svolgerà nel nostro paese”.

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Calciomercato, la Roma fa all-in su Nandez per gennaio

Calciomercato, la Roma fa all-in su Nandez per gennaio

Il club giallorosso vuole accontentare il proprio tecnico nel mercato di riparazione di gennaio: Fonseca è stato chiaro, servono rinforzi per allungare una rosa competitiva ma fin troppo corta. In tal senso si sta già muovendo la dirigenza nella figura dell’AD Fienga che a gennaio lavorerà insieme al neo General Manager Thiago Pinto (che sarà operativo solo dal 01/01/21) per mettere a segno quei colpi mirati richiesti dal tecnico portoghese per la sua Roma.
Come riportato da Calciomercato.com, i giallorossi sono sempre interessati al centrocampista tuttofare Nahitan Nandez del Cagliari, pedina fondamentale nello scacchiere di mister Di Francesco ma che un’offerta generosa potrebbe convincere la dirigenza rossoblù a lasciarlo partire. Nandez permetterebbe a Fonseca di trovare un uomo perfetto sia per giocare in mezzo al campo che sulla fascia destra, così da andare a coprire due posizioni che necessitano di essere rinforzate in un sol colpo. Il Cagliari valuta il centrocampista uruguaiano circa 30 milioni, cifra proibitiva nel mercato ai tempi del COVID che spaventa e non poco la società giallorossa, che per racimolare quel gruzzolo potrebbe privarsi di Amadou Diawara: il centrocampista guineano ha estimatori in Premier League e già nel mercato estivo i giallorossi erano pronti a sacrificarlo per una cifra intorno ai 20 milioni. Su Amadou Diawara c’è il forte interesse di West Ham e Leicester che potrebbero sborsare una cifra fortemente vicina alla richiesta del club giallorosso per il mediano classe 97 nel prossimo mercato di riparazione. Su Nahitan Nandez si registra anche un tiepido interesse di Inter e Napoli, anch’esse da tempo coi riflettori puntati sul centrocampista del Cagliari.

I discorsi tra Roma e Cagliari per Nahitan Nandez continuano, d’altronde tra il club capitolino e la società sarda scorre buon sangue dopo le molte trattative andate in porto negli ultimi anni.

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