Esclusiva RG24 – Alessandro Canovi: “Bisogna seguire l’esempio della Francia”

Esclusiva RG24. Alessandro Canovi: “Bisogna seguire l’esempio della Francia”

La nostra redazione ha contattato il noto agente FIFA Alessandro Canovi per parlare dell’attuale situazione e delle ultime sul fronte Insigne-Raiola:

Come stai passando da agente e procuratore questo periodo?

“Il lavoro di agente è un’opportunità per migliorare il rapporto con i propri clienti, non potendo fare altro visto che è tutto bloccato. Si potrebbe anche aprire un dibattito sulla visione sul calcio in Italia rispetto ad altri paesi come la Francia dove hanno delle visioni future. Qui viviamo nell’incertezza. Non è un momento facile dal punto di vista lavorativo”.

Come cambia adesso il lavoro del procuratore visto che ci saranno, se si dovesse riprendere, differenze sanitarie ed economiche?

“Il mondo del calcio non è avulso dalle dinamiche della società civile. Il problema economico riguarda anche il calcio, vedremo come riprenderà; prima della pandemia leggevo delle polemiche che non ritenevo giuste a livello morale, però erano vere a livello sportivo ovvero che il lavoro dell’agente era un mestiere antico e invece si deve guardare più nell’attualità non in quanto di quelli che mettono i giocatori da una squadra all’altra ma proprio come servizio che offriamo, come aiutiamo il cliente. Forse saranno messe delle specificazioni al lavoro dell’agente che prenderà valore, visto che il calciatore avrà sempre più bisogno di un assistente personale. Penso che si tornerà alle qualifiche dell’agente di venti o trent’anni fa, ovvero quando si occupavano solo ed esclusivamente dei propri clienti”.

E’ d’accordo con la linea di Tommasi che ha posto un focus importante sul ruolo del giocatore come lavoratore?

“Certo, siamo tutti lavoratori, non siamo avulsi dalla realtà. Il calcio non è un mondo diverso da quello normale. Stiamo parlando di un mondo fatto da gente che lavora. Questa situazione mi auguro riporterà a dei valori antichi, come erano quelli di venti o trent’anni fa perché immaginando l’economia più in difficoltà, sarà riflesso anche sul calcio”. 

Divorzio Insigne-Raiola: che pensiero ha su questa situazione visto che difficilmente un giocatore lascia Raiola ma sono proprio i giocatori a cercarlo visti i benefici che può portare?

“Conosco tutte le parti in causa, come il vecchio procuratore, come Raiola. Immagino sia un rapporto personale che non è andato perché da quello che leggo è stato Mino ad aver revocato il rapporto. Ma è una cosa abbastanza naturale che tra giocatore e agente non nasca l’empatia giusta per lavorare. Forse in questo caso bisogna vedere anche gli ultimi due anni travagliati di Insigne che adesso con Gattuso ha trovato la quadratura del cerchio”.

Il campionato francese è stato il secondo a fermarsi dopo quello italiano per l’emergenza Covid. Quale è la situazione della Ligue 1 per il futuro?

“In Francia hanno dato una data, il diciassette giugno per riprendere a giocare. Chiaramente sempre con determinate condizioni per svolgere in piena sicurezza l’attività. E’ quello che mi auguro succeda anche in Italia. Io non vedo nulla di male nel dare delle date e siamo tutti maturi per capire che senza determinate condizioni sanitaria non si può giocare. Questo fatto di non dare date, di incolpare al calcio, al movimento calcistico di cercare di riprendere; io lo vedo come un valore il voler cercare di riprendere sempre rispettando il principio sanitario. In Francia l’hanno fatto. Il calcio è un movimento importante, stiamo parlando di una grande industria per il mondo. Non vedo nulla di male nel dare degli obiettivi basta che si parla chiaramente. Siamo tutti coscienti che devono esserci le condizioni per riprendere ma almeno si lavora per farlo. Io mi sento di dire che quello di ostacolare è sbagliato come atteggiamento”.

La redazione di RadioGoal24 ringrazia Alessandro Canovi per il suo intervento.




Esclusiva RG24 – Repice: “Lautaro e Icardi devono giocare insieme in un 3-5-2 o in un 4-4-2”

Francesco Repice, radiocronista RAI, è intervenuto ai nostri microfoni per parlare delle note negative di questa prima giornata di Serie A. Il noto giornalista ha così commentato le ultime vicende riguardanti il nostro campionato:

Tutti stanno criticando (specialmente sui social) Pastore, dicono che la sua posizione in campo sia tra i flop di questa prima giornata di campionato. Nel secondo tempo come ala non ha brillato…

“Lui è un calciatore che deve semplicemente ritrovare il ritmo della partita, in Ligue 1 poteva giocare in pantofole col PSG poichè le partite – o simil-partite – che contavano effettivamente erano 2 all’anno, una col Marsiglia e l’altra col Monaco. In Champions League non andava nemmeno avanti perchè oltre alla bravura tecnica serve l’appartenenza, la storia, la pesantezza della maglia e altre cose. Qui in Italia quando giochi con le squadre cosiddette di “seconda fascia”, fra mille virgolette, le “giocatine” come quella che causa la ripartenza che porta alla punizione che fa fare goal al Torino, quella davanti alla porta con lui che si posiziona col corpo per calciare di piatto sul secondo palo, in Italia non possono andare. Quando arrivi in area devi sostanzialmente “rompere la porta” altrimenti se sbagli rischi di subire. Il nostro campionato tecnicamente è inferiore a quello inglese e spagnolo, ma è tatticamente molto più ricco e complicato. Non accade che un singolo giocatore salti 5 o 6 avversari e segni da solo, nemmeno Maradona riusciva a farlo. Piccolo esempio: nella finale di Champions League Salah capisce immediatamente la situazione contro Ramos, non è in Inghilterra. Qui quando difendi le squadre che sanno che tu sei tecnicamente più forte si fanno sentire e Pastore deve quindi tornare a capire come comportarsi in questo calcio molto operaio, poi lui può giocare dove gli pare.”

Di Francesco ce la farà a farlo diventare un po’ più “italiano” nello stile di gioco e nella cattiveria?

Chiaramente giocare con il Palermo o con la Roma è diverso: quando sei la Roma trovi generalmente squadre che ti aspettano in casa e trasferta, con al massimo 1 o 2 eccezioni, il resto devi guadagnartelo col sudore e con la “clava”. Per quanto riguarda il Palermo, risultava più facile perchè le avversarie attaccavano, i tuoi compagni di squadra alle spalle ringhiavano e ti davano palloni giocabili nello spazio e Pastore, da giocatore tecnicamente molto forte quale è, faceva girare bene la palla.
Detto questo, non fossilizziamoci però su di lui, ci sono Pastore, Schick, Karsdorp, Pellegrini, N’Zonzi, Cristante: Di Francesco ha diverse soluzioni. Ieri hanno tenuto su la baracca due giocatori di cui si parla poco sui giornali oggi e me ne sorprendo: Daniele De Rossi e Kevin Strootman. Sono due giocatori che si fanno sentire in campo, forti, con esperienza internazionale, che tengono in piedi le partite e poi le cambiano. Il resto sono delle belle fiabe. Tanto per capire il livello quale deve essere.”

Questo tipo di giocatori l’Inter li ha acquistati o no? Il Sassuolo ieri andava a 300 all’ora…

L’Inter secondo me è un equivoco tattico. Mi piace ricordare che Luciano Spalletti è riuscito a diventare il grandissimo allenatore che è un po’ per caso: il 4-2-3-1 venne appunto per caso in allenamento e poi provato in partita perchè c’erano due giocatori, di cui uno neanche lo nominiamo. L’altro gli giocava alle spalle ed era perfetto per quel modulo, ed è Simone Perrotta.
Con Totti puoi fare come ti pare, con gli altri può risultare più difficile: Lautaro Martinez e Icardi secondo me devono giocare insieme in un 3-5-2 o in un 4-4-2, bisogna giocare con due punte. Poi lui sa se farle giocare in orizzontale, una accanto all’altra, o in verticale. Al momento con tutti questi movimenti a vuoto Lautaro sta sprecando troppe energie e perde lucidità sotto porta.”

Cosa ne pensa della decisione finale della Lega riguardante la giornata di campionato dopo i fatti di Genova?

“Per me il calcio è festa, a maggior ragione per la prima giornata di campionato. In Italia il calcio è una festa. Mi risulta difficile si possa far festa in un giorno di lutto: anche in radiocronaca ho assunto un tono di conseguenza a quanto successo e perchè c’erano stati dei funerali di Stato. Fare festa in un giorno del genere l’ho trovato poco serio e opportuno. Non sono un sostenitore dello “show must go on” a tutti i costi: lo spettacolo si deve fermare perchè la vita umana è più importante. Il concetto di nazione è molto più importante e quando mi è stato chiesto quando si sarebbe potuta recuperare la giornata la mia risposta è stata secca: chissenefrega.”

 

Se volete risentire questa e altre tante interviste potete consultare la nostra radio tramite la nostra sezione dedicata, la nostra pagina Facebook o il nostro canale Spreaker. RadioGoal24 è in onda il Lunedì, il Mercoledì ed il Venerdì dalle 18 alle 20. Stay Tuned!




ESCLUSIVA RG24 – Lazio, Cucchi: “Vi racconto lo Scudetto vinto a Perugia”

Riccardo Cucchi è intervenuto durante la nostra trasmissione DoveOsanoLeAquile. Ecco le sue parole.

Come è nata la tua passione per la Lazio?

“E’ nata con il calcio, io credo naturalmente che non sia possibile fare il lavoro che ho fatto io, quello che stai cercando di fare tu, senza essere appassionati di calcio. E per essere appassionati di calcio, inevitabilmente, ognuno di noi deve avere una squadra del cuore. Sono nato a Roma, quando ero ragazzino mio papà mi porto’ a vedere una partita della Lazio, avevo dieci anni era un Lazio-Vicenza, da lì nacque la mia passione per il calcio, che già avevo conosciuto attraverso la radio e soprattutto per i colori della maglia biancoceleste, ma io sono anche altrettanto convinto che non sia possibile che un giornalista sia anche tifoso. Ecco questo abbinamento giornalista-tifoso è un abbinamento impossibile nel nostro mestiere, in modo particolare per chi fa servizio pubblico, io direi in modo generale per tutti i giornalisti. Fedele ad una bella definizione di Enzo Biagi del nostro mestiere, Enzo Biagi definì’ cosi’ il giornalista: “un testimone della realtà”. Beh se devi essere un testimone della realtà, e io credo che un giornalista sia testimone della realtà, deve essere ovviamente un testimone attendibile, quindi obiettivo e di conseguenza è impossibile abbinare il proprio mestiere alla passione per una squadra. Ma direi di più vorrei allargare anche all’orizzonte, è impossibile essere giornalisti e tifosi, qualunque sia l’ambito nel quale il giornalista opera. Mi riferisco naturalmente alla politica, mi riferisco naturalmente alla cronaca, mi riferisco alla giudiziaria. Un giornalista non deve prendere parte, un giornalista deve raccontare i fatti e fare in modo che chi ascolta, naturalmente, si possa formare un’opinione. Quindi non è stato difficile per me diciamo mettere da parte la mia passione per la Lazio, tenerla nascosta per trentotto anni e rispondendo ogni volta che qualcuno mi faceva la fatidica domanda “per quale squadra tifi?”, rispondendo appunto “se ho una squadra del cuore lo saprete quando smetterò’ di lavorare” perché ritengo che sia giusto che un giornalista sia, diciamo, distaccato dai fatti che racconta e li possa raccontare con obiettività, la massima obiettività possibile.”

Qual è stata quel giorno l’emozione a Perugia? Nel senso, sapendolo tu ma non potendolo dire, commentando la partita, quant’è stata la gioia al momento del fischio finale, dopo quell’acquazzone, dopo la ripresa e quando la Lazio finalmente era di nuovo campione d’Italia?

“Guarda ti racconto l’episodio, lo racconto a quelli che sono in ascolto in questo momento. Io nel 1974, in quel famoso Lazio-Foggia, che con il calcio di rigore di Chinaglia decreto’ il primo scudetto a favore della Lazio, io ero in curva, nella Curva Nord a vedere la partita e avevo naturalmente incollato all’orecchio la radiolina, una volta si faceva cosi’, all’interno della quale sentivo la voce di Enrico Ameri che era in postazione cronaca allo Stadio Olimpico e che raccontava quella partita, che raccontava il calcio di rigore di Chinaglia e che al fatidico triplice fischio finale grido’ al microfono “Lazio campione d’Italia”. Bene io in quel momento avevo un sogno, naturalmente non sapevo se l’avessi potuto realizzare o meno, e quello cioè di fare il mestiere di Enrico Ameri, ero appena uno studente, e naturalmente immaginai in quel preciso momento, mentre Ameri gridava “Lazio campione d’Italia!” immaginai pensa che meraviglia sarebbe se un giorno riuscissi a fare questo mestiere e magari mi toccasse, mi capitasse l’occasione di poter gridare, come stava facendo Ameri in quel momento “Lazio campione d’Italia”. Quindi immaginati un po’, quando io ero stato inviato a Perugia per Perugia-Juventus e naturalmente ricorderanno tutti quelli che sono in ascolto, lo ricorderai anche te, la Juventus era in testa alla classifica. Alla Juventus sarebbe bastato battere il Perugia per aggiudicarsi lo scudetto. Questa era la ragione per la quale Perugia-Juventus era il primo campo e Lazio-Regina era il secondo campo con Bruno Gentili, perché eravamo tutti convinti che alla fine la Juventus, anche in quella stagione, avrebbe conquistato il suo scudetto. Poi andò’ come tutti sappiamo, andò che la partita fu interrotta per un’ora, il nubifragio straordinario, incredibile, biblico che si abbatté su Perugia. Ricordiamo tutti il goal di Calori al quarto minuto di gioco, la partita finita all’Olimpico con la gente ancora ferma sugli spalti, ad attendere l’esito di Perugia-Juventus, seppi soltanto dopo, molto dopo, che all’interno dello Stadio Olimpico la mia voce veniva diffusa, quindi i tifosi laziali erano lì in trepida attesa per sapere dalla mia voce come sarebbe finita Perugia-Juventus. Quindi immagina un po’ nel momento in cui Collina decreto’ la fine della partita cosa potesse attraversare il mio cuore, la mia testa, la mia mente. Cercai naturalmente di essere, come sempre, colui che celebra uno scudetto,  ho cercato di celebrarli tutti allo stesso modo, io soltanto sapevo quale tempesta emotiva stava attraversando evidentemente il mio cuore. Lo raccontai poi, tornando a casa, a mio figlio che nel frattempo era allo stadio e aveva vissuto Lazio-Regina dallo Stadio Olimpico e fu lui a raccontarmi che la mia voce era stata diffusa all’interno dello stadio, quindi davvero una giornata memorabile da questo punto di vista.”

Lazio-Roma al di là della rivalità è veramente tornato un derby che compete le prime posizioni, nel senso tra due squadre che si giocano finalmente qualcosa o che comunque fanno parte integrante di questo campionato ed è una delle prime volte da molti anni in cui non c’è effettivamente una favorita,  non c’è una squadra che è in vantaggio sull’altra perché entrambe stanno facendo, veramente, un ottimo campionato.

“E tra l’altro una stagione che ha regalato agli appassionati di Roma e Lazio quattro derby, cosa che non capita frequentemente. Quindi diciamo che il derby è diventato una costante del calcio romano, che ha bisogno secondo me, sia dalla parte laziale, sia dalla parte romanista, di ritrovare un po’ di passione, di ritrovare quell’entusiasmo che caratterizzava i derby. Sai , avendo i capelli bianchi, io ti posso raccontare di aver visto, da tifoso, tanti derby a Roma e ricordo sempre lo Stadio Olimpico gremito di pubblico. Ricordo persino derby nei quali, tanti anni fa, tifosi della Lazio e della Roma, erano mescolati insieme e le bandiere della Lazio e della Roma sventolavano una accanto all’altra. All’epoca in cui ero ragazzo non c’era la divisione tra curve, settori di una squadra o dell’altra. Quindi ecco, quel tipo di passione che ricordo ultimamente si era un po’ smarrita, vuoi per la divisione dei settori delle due curve, vuoi per tanti altri fattori, per disamore nei confronti magari di scelte societarie e quant’altro. Bene io sto in qualche modo percependo il ritorno di questa passione. Io sono stato a vedere il derby di ritorno, tra Roma e Lazio, di Coppa Italia, non più da radiocronista, ma da semplice appassionato e ho fatto una scelta precisa, dopo trentotto anni sono tornato allo stadio, non più da giornalista, non più da radiocronista e ho scelto di vedere il derby di Coppa Italia in Curva Nord assieme ai tifosi della Lazio, perché era un desiderio che coltivavo da tanti anni e sono tornato a fare, per un giorno, il tifoso in curva. Io ho notato e percepito dalla parte della Curva Nord una tale passione, un tale entusiasmo, un tale attaccamento alla maglia della Lazio, che mi ha fatto pensare, appunto, che qualcosa stesse cambiando. Tra l’altro quella era la serata nella quale si inaugurarono le curve senza barriere, ecco io credo che ci sia un ritorno da questo punto di vista, tra l’altro, una curiosità che ti fornisco, in quella occasione, una telecamera di Radio2 mi scopri’, mi sorprese, mi riprese e questa sera in una trasmissione che andrà in onda su Rai2 che si chiama Nemo, questa sera mi hanno detto che manderanno un filmato, il quale testimonia la mia presenza in curva e soprattutto la grande passione e il grande affetto con il quale sono stato accolto all’interno della curva, dai tifosi della Lazio. Ma tutto questo per dirti che comunque il derby di Roma stia tornando quello che era una volta. Un derby di passione, entusiasmo e soprattutto, una grande speranza, un derby di serenità, di passione serena e un derby dedicato e riservato alle famiglie. Io ho visto tanti bambini in curva e spero che naturalmente anche domenica, ci siano bambini allo stadio.”

Tornerai allo stadio domenica? E che partita ti aspetti da amante del calcio?

“Io mi aspetto una partita bella, mi aspetto una partita giocata a cuore aperto, dall’una e dall’altra. Beh sappiamo che Roma e Lazio hanno entrambi obiettivi importanti da centrare nel corso di questa stagione. La Roma deve ovviamente blindare il secondo posto, che rappresenta l’obiettivo più importante a sua disposizione. Il secondo posto significa accesso diretto alla Champions League, il secondo posto che significa confermare che dopo la grande Juventus, una Juventus straordinaria e un avversario impossibile per tutti in questo momento, c’è comunque la Roma. E la Roma non può’ stare del tutto tranquilla, perché è vero che ha quattro punti di vantaggio sul Napoli, ma il Napoli è sempre il Napoli e io direi che questo campionato che ci ha regalato tante partite imprevedibili, risultati imprevedibili, naturalmente potrebbe regalare altre sorprese, cosa che la Roma non si augura, quindi la Roma deve naturalmente conquistare i tre punti. Ma i tre punti servono anche alla Lazio, che deve evidentemente continuare la sua galoppata verso l’obiettivo della qualificazione in Europa League. La Lazio, a differenza della Roma, ha un altro obiettivo stagionale, che è rappresentato naturalmente dalla finale di Coppa Italia. Finale complicatissima, difficilissima, credo che sia davvero inimmaginabile che la Lazio possa battere questa Juventus. Pero’ nel calcio tutto è possibile ed è legittimo che la Lazio ci creda e ci debba credere naturalmente fino in fondo. Quindi è un derby importante per entrambe le squadre. Credo che sarà un derby sulla falsa riga di quelli che abbiamo visto, perché la Roma ha sicuramente un tasso tecnico superiore rispetto alla Lazio, la Lazio ha più intelligenza e duttilità tattica, Inzaghi ha spiegato bene come si può fermare la Roma nei derby che ha giocato e affrontato la Roma con grande intelligenza e lucidità. La Lazio è una squadra che ha ritrovato vigore da un punto di vista, non soltanto tecnico calcistico, ma da un punto di vista psicologico, una squadra nella quale ritrovo un grande attaccamento alla maglia da parte dei ragazzi che la indossano. Avete in mente anche voi alcuni gesti in particolari, Milinkovic nel derby che indica lo scudetto della Lazio ai suoi tifosi, le parole di Cataldi di qualche giorno fa, il suo amore dichiarato nei confronti della Lazio. C’è un ritorno di affetto nei confronti della maglia della Lazio. Credo che Inzaghi sia stato da questo punto di vista un protagonista assoluto di questo recupero di sensibilità nei confronti dei tifosi, nei confronti della maglia e questo secondo me è un grande vantaggio per la Lazio, una squadra compatta nella quale tutti giocano per lo stesso obiettivo, quindi immagino un derby in cui la Lazio cercherà con intelligenza tattica di irretire la Roma dal punto di vista tattico, immagino una Roma molto aggressiva e un derby aperto a qualsiasi risultato.”

Il tuo parere su Simone Inzaghi e la sua corsa verso la curva al gol di Immobile, si è tornati a quel tipo di lazialità che i tifosi aspettavano?

Quella corsa di Inzaghi, che quasi quasi avrebbe voluto correre nel campo e calciare lui il pallone verso la porta della Roma, Inzaghi ha portato tutta la squadra sotto la curva, ha dato il cinque ai tifosi che poteva raggiungere, beh questo è un modo di vivere il calcio e di vivere la passione, che è straordinario. Io tra l’altro faccio tanta difficoltà a parlar male di Inzaghi, neanche se non fosse bravo, come sta dimostrando di essere, perché Inzaghi per me è stato un giocatore importante, ho avuto l’onore e il piacere di raccontare le quattro reti che Inzaghi segno’ in Champions League contro il Marsiglia che fu record della Champions, non soltanto per la Lazio. Ho avuto il piacere di ricevere la sua maglia, io ho poche maglie perché non ho mai avuto questa mania di collezionare maglie, ma quella di Inzaghi ce l’ho. E’ un ragazzo intelligente, umile, lo era in campo, lo è come allenatore e ha dimostrato di essere bravo. Se ricordate come è partita l’esperienza di Inzaghi, una seconda scelta, perché diciamoci la verità, Lotito lo aveva già spedito a Salerno, pensando a Bielsa, pensando ad altri, e poi ripiego’ su Inzaghi, come una soluzione di seconda scelta. Ha dimostrato di essere molto bravo, si sta rivelando un allenatore molto interessante e soprattutto è riuscito da laziale perché comunque lui è rimasto sempre in società, allenando la primavera, ed è un uomo che ha capito quanto fosse importante non soltanto riavvicinare i tifosi, ma caricare la squadra di sentimenti positivi. Questa Lazio è forte, non soltanto perché ha buoni giocatori, dovrebbe essere migliorata, comunque, nella prossima stagione, perché alcune pecche tecniche tattiche ce le ha. Pero’ è una squadra che da tutto in campo e riesce ad ottenere risultati anche superiori alle aspettative, per questa nuova vitalità  che in qualche modo di è manifestata grazie al lavoro di Inzaghi che soprattutto è attaccamento ai colori.” 

 




ESCLUSIVA RG24 – Siviglia: “Nazionale? Il problema non è Ventura. Lazio-scudetto? Si può”

Intervenuto questa mattina a GoalCafè, su RadioGoal24Sebastiano Siviglia, ex difensore di Roma Lazio, ex capitano biancoceleste, ha lasciato le sue impressione sul momento della Nazionale e sul Derby della Capitale:

Sebastiano Siviglia, tante presenze nella Lazio, poche con la Roma…

“La mia è stata una fortuna, avere un trascorso alla Lazio dove ho realizzato quelli che erano i miei desideri, quelli di giocare, di vincere e di migliorarmi. Sicuramente è stato un passaggio importante della mia carriera la Lazio”.

Come vedi la situazione della nostra nazionale?

“Diciamo che rispecchia il degrado del nostro paese, purtroppo il nostro calcio è malato, si è persa un’identità e sicuramente sono stati fatti degli errori che oggi paghiamo, ma che sono figli di programmi che non premiano nel modo più assoluto il nostro calcio. Bisogna dire che questo non è un problema che riguarda solo Ventura ma che riguarda sopratutto il nostro sistema che deve essere assolutamente migliorato, che possa portare i giusti frutti. Sono ormai 15 anni che il nostro calcio non ha più una certa linearità, dall’ultimo mondiale vinto c’è stata un’escalation di cose che non sono andate per il verso giusto, non è una casualità che in 15 anni non si sia ottenuto quello che ci aspettavamo dalla nostra Italia, abbiamo perso quella era un po’ la nostra vera identità. Purtroppo è un dispiacere, un colpo sicuramente importante ma penso che difficilmente le cose cambieranno a breve”.

Ancelotti è l’uomo giusto per ripartire?

“Io sono convinto che non è la guida tecnica che deve subire una certa attenzione, penso che sia il nostro sistema calcio che deve essere rimodernato, che deve diventare più appetibile, deve orientarsi verso quelle che sono non soltanto le menti dei calciatori ma le strutture, siamo indietro rispetto a tanti altri, non soltanto in Europa, ma a tanti altri paesi che invece si sono evoluti, noi invece siamo rimasti indietro e questi sono i risultati. Bisogna ritornare ad avere amor proprio, non orientarsi solo ed esclusivamente verso gli interessi dei club più importanti. Alla fine guardando le squadre maggiori del nostro campionato, sono imbottite di stranieri e penso che da questo punto di vista va rivisto qualcosa, non solo il cambio di panchina”.

Derby Roma-Lazio, in ballo la lotta scudetto?

“Si, senza alcun dubbio, tutte e due le squadre stanno attraversando un periodo importante e florido, quindi sono convinto che sarà una partita spettacolare. Spero tanto che le scorie di questo mancato mondiale non si ripercuotano su questa partita o sul campionato in generale. Certo è una partita molto interessante, dove ci può essere una svolta decisiva per magari raggiungere la vetta. Vedo due ottime squadre che stanno facendo un ottimo calcio, la Lazio ha sicuramente più continuità, la Roma dopo un inizio un po’ stentato ha trovato la giusta quadratura e quindi credo che anche la Roma possa essere incisiva, ha trovato solidità, ha trovato in Di Francesco un allenatore che sta dando i giusti risultati. La Lazio invece ha una continua crescita, per questo mi fa pensare che possa realmente puntare al colpo grosso, con la vittoria del derby e poi la vittoria del campionato”.

Quindi in caso di vittoria del Derby, la Lazio può ambire allo scudetto?

“Si trova a pochissimi punti dalla vetta, nessuno proibisce alla Lazio di puntare alla massima aspettativa, sono convinto che vincere il derby significa tanto, significa un’iniezione di ulteriore fiducia dopo un periodo di grande continuità che sta portando a degli ottimi risultati, tra qualche mese c’è anche una finestra di mercato che può eventualmente incentivare questo sogno, quindi perché no. Penso sia decisivo questo periodo e questa partita, se la vinci ti potrebbe proiettare ad avere una fiducia enorme,se la perdi potrebbe portare una flessione, per entrambe le squadre, potrebbe esser pericolosa per il proseguo del campionato”.

Come può la Lazio far male alla Roma tatticamente? 

“La cosa che emerge della Lazio è la compattezza e trova in Immobile quel giocatore che riesce ad attaccare gli spazi con grande determinazione e anche con grande qualità nella scelta. Penso che il gioco della Lazio ha premiato molto il collettivo, sta facendo la differenza e il fatto di essere solidi e di avere un’arma lì davanti che possa far male in qualsiasi momento penso che siano le armi a disposizione di Inzaghi. Si sa che è una partita a se, a volte si tende ad osservare il campionato per dare una dimensione di quello che potrebbe essere la partita ma poi ti accorgi che nel derby tutto viene azzerato. Chi arriverà con meno scorie dalle nazionali avrà maggiori vantaggi. Se c’è un’assetto rodato è quello della Lazio. La Roma ha avuto un inizio stentato, non tanto di risultati ma di gioco, non erano ben rodate le idee di Di Francesco, mentre Inzaghi è partito subito forte e tutt’ora sta dando una marcia notevole. Penso quindi che la Lazio abbia la capacità e la forza di poter gestire la partita. Sono convinto che diventa ancora più forte se lascia il pallino del gioco alla squadra di Di Francesco, come già detto, sono influenti la compattezza e le ripartenze di Immobile che sa attaccare lo spazio con qualità”.

Chi sarà l’uomo in più per la Lazio, Immobile?

“Io lo vedo come il giocatore cardine di questa macchina, può soffrire un po’ la stanchezza della nazionale ma penso che sia l’uomo che può far male in qualsiasi momento, è il capocannoniere del campionato e ha nei numeri e nella qualità la punta di diamante di una squadra che sta facendo benissimo, quindi perché no, ha fatto tantissimi goal ed è in cima ai numeri europei. Penso che sia giusto e logico dire che sia l’uomo che possa rompere gli equilibri”.

I lanci per Immobile, soprattutto vista la difesa della Roma che soffre gli inserimenti, possono essere la chiave della partita?

“Si, è quello che dicevo prima, lasciare il pallino alla Roma significa portare la difesa della squadra di Di Francesco molto alta e Immobile penso che possa realmente fare male in quel caso. Giocheranno molto su questo, lasciare il pallino agli altri e avere la giusta concentrazione per recuperare palla e verticalizzare subito per sorprendere la difesa che lavora molto alta”.

A cosa e su chi dovrà porre maggiore attenzione la Lazio?

“Inevitabilmente le corsie esterne, dove la Roma lavorerà molto, al centro sarà difficile, dove la Lzio porta 6/7 giocatori molto stretti creando una fitta ragnatela. Sarà difficile dare rifornimenti a Dzeko in verticale. Loro cercheranno di puntare molto sugli esterni quindi la Lazio deve stare attenta e raddoppiare, e stare attenta ai rovesciamenti di fronte per cercare di chiudere i varchi appetibili per gli attaccanti della Roma”.

Che compagno è stato Kolarov e che effetto ti fa vederlo con la maglia della Roma e in caso di goal esultare?

“Quelle sono scelte personali che Aleksandar fa guardando avanti nel proprio percorso e seguendo il proprio desiderio. Penso che sia un ragazzo che quando è arrivato alla Lazio ha dimostrato subito di avere qualità importanti, che poi ha dimostrato anche al City, mantenendo le premesse di essere un grandissimo atleta. Io lo ricordo come un ragazzo che realmente aveva delle grandi doti, ragazzo serio e per bene, che aveva una forza fisica straordinaria, un gran mancino, lo ricordo con affetto. C’è stata la parentesi City dove ha ottenuto grandi risultati e adesso questa nuova avventura. Senza alcun dubbio sarà una spina nel fianco, cercherà di fare buona figura e dimostrare quello che è il suo valore. Penso sia una atleta che ha fatto il suo percorso ed è normale che le esperienze personali si possano prevedere. quindi ora si trova all’altra sponda ed è normale che guardi quello che è il suo futuro”.

 




ESCLUSIVARG24 – Sassuolo, Avv. Fabris: “Mapei uno dei primi 5 stadi in Italia”

Intervenuto ai microfoni di RadioGoal24, durante l’approfondimento della trasmissione Febbre a 90°, inerente agli stadi di proprietà (Famo Sti Stadi), il Segretario Generale dell’U.S. Sassuolo, Avv. Andrea Fabris ha rilasciato dichiarazioni importanti riguardo il Mapei Stadium-Città del Tricolore e il suo ottimo funzionamento all’interno del sistema calcio italiano. Di seguito l’intervista integrale:

Quanta differenza fa avere uno stadio di proprietà?

“Cambia tutto, perché ti da la possibilità di organizzare meglio l’evento sportivo e di patrimonializzare per la società. Grazie alla società abbiamo avuto la possibilità di modernizzare uno stadio che nel 2013 non poteva essere da Serie A e che ora è uno dei primi 5 in Italia, la ciliegina sulla torta è stata Italia-Israele e l’Europa League che l’Atalanta gioca da noi”.

Come funziona l’accordo con l’Atalanta ed è stato facile trovarlo?

“Come in ogni cosa la semplicità nasce dal buon rapporto tra le società. Abbiamo un buon rapporto con l’Atalanta ed era un buon modo per dare continuità alla nostra partecipazione dello scorso anno all’Europa League. Quando l’Atalanta ci ha chiesto di disputarla da noi abbiamo subito fatto in modo di accordarci. Questo percorso ci vede coinvolti dal punto di vista organizzativo e ci permette di crescere continuamente”.

È possibile l’idea dello stadio di quartiere anche se l’impianto si trova a Reggio Emilia?

“Per chi è abituato a Roma e Milano le distanze sono anche inferiori. Una mezz’ora in macchina è solo una barriera mentale. Dal centro di Sassuolo con l’autostrada in 25 minuti è dentro lo stadio. Un po’ alla volta si sta creando una identità precisa grazie al fatto di avere uno stadio come questo. Molti tifosi delle squadre che arrivano al Mapei si trovano benissimo perché hanno un settore con 4000 posti a loro dedicato, possono mangiare nel centro commerciale aperto 365 giorni all’anno e ogni barriera fisica eliminata per vedere la partita nel migliore dei modi. Lo stadio di Reggio Emilia è un ottimo laboratorio. Sono contento che il Frosinone e una proprietà seria come quella del Dott. Stirpe sia riuscita nell’intento di avere uno stadio di proprietà che porterà tante soddisfazioni soprattutto dal punto di vista sportivo alla società”.

Secondo lei qual è l’evento o la partita più importate che il Mapei ha ospitato nella sua storia?

“Ce ne sono diverse. Ma cito un esempio che dal punto di vista mediatico ha avuto una importanza relativa, ma che per noi è stata importantissima. In concomitanza con la finale di Champions League maschile abbiamo ospitato la finale di Champions League femminile portando allo stadio più di 20000 persone, in un impianto che viene riempito solo e soltanto in occasione della presenza al Mapei della Juventus. Questo vuol dire lavorare nella giusta direzione per rendere fruibile lo stadio anche per eventi che non siano solo la partita della domenica”.




ESCLUSIVARG24 – Ludovica Pagani (Gli Autogol): “Sogno un futuro da conduttrice”

Negli ultimi mesi, su tutti i social sta spopolando il nome di Ludovica Pagani. In molti la seguono su Instagram e naturalmente anche su Facebook dove la sua popolarità è cresciuta grazie alla collaborazione con Luca Scoffone e Gli Autogol. Il giornalismo sportivo negli ultimi anni ha messo in mostra diverse bellezze, Ludovica è sicuramente nei primi posti. Sogna di fare la conduttrice sportiva, ma non svelerà mai il suo tifo. Ludovica si racconta in esclusiva al microfono di RadioGoal24. Ecco le sue parole:

Ludovica per chi fai il tifo?

“Questa è una domanda alla quale non risponderò mai! puoi ben capire il perché…”.

Come è nata la collaborazione con gli Autogol?

“Quasi per caso, un giorno Luca Scoffone, che è l’agente dei ragazzi, me ne ha parlato e la cosa mi ha incuriosita. Abbiamo iniziato a lavorare insieme e ci siamo divertiti tanto. Una bella esperienza”.

Progetti per il futuro?

“L’idea è quella di continuare con i ragazzi, ma il mio sogno è quello di poter condurre un programma sportivo. Io al momento co-conduco su Sportitalia, ma spero di poter crescere ancora per essere una brava conduttrice”.

Sei mai stata contattata da qualche società per qualche pubblicità nel mondo del calcio?

“Non sono ancora mai stata contattata da alcuna società, spero di poter essere chiamata, come dicevo, per iniziare una collaborazione con qualche rete televisiva come conduttrice, è un sogno”.

Come inizia la tua carriera, cosa è questa la tua prima esperienza di “spettacolo”?

“Vengo dal mondo moda, fino a qualche tempo fa scrivevo per un giornale dove curavo una rubrica sul look e sulle ultime mode. Poi Luca Scoffone mi ha catapultato in questo nuovo mondo, facendomi lavorare con i ragazzi degli Autogol ed essendo loro un gruppo che gioca molto sul mondo del calcio, mi sono ritrovata anche io dentro…e ne sono felice devo dire. Mi diverte parecchio”.

Nel mondo del calcio ci sono molte donne che raccontano calcio, come ad esempio Diletta Leotta, Ilaria D’Amico e Mikaela Calcagno tra le più conosciute, tutte brave e prepararate. La prossima sarai tu?

“Me lo auguro con tutto il cuore. Mi fa piacere quando qualcuno si accorge della bravura o della simpatia oltre che della parte estetica. Io sto lavorando sodo per crescere in quello che è un sogno per me, cioè la conduzione, e gli esempi che hai portato sono azzeccati. Sono tutte bravissime e molto preparate, sarebbe un piacere poter essere una di loro, speriamo…”.




ESCLUSIVA RG24 – Torino, ostacolo ingaggio per Munir: gli aggiornamenti

Il Torino continua a cercare un attaccante in alternativa a Niang. Il nome più caldo è quello di Munir del Barcellona. Come riportato da fonti interne alla nostra redazione, ci sarebbe ancora qualche piccolo problema per l’ingaggio. Lo spagnolo infatti vorrebbe un milione annuo, il Torino ci pensa. Seguiranno aggiornamenti.




ESCLUSIVA RG24 – Genoa, ag. Laxalt: “Saltata la trattativa con Atalanta e Juventus”

La redazione di RadioGoal24 ha sentito oggi in esclusiva Vincenzo D’Ippolito, procuratore di Laxalt. L’agente ha risposto ad alcune domande sul futuro del suo assistito: “Situazione Atalanta-Juventus? Ormai manca poco, difficile vederlo in nerazzurro. Rimarrà al Genoa? Penso di si. Altre squadre su di lui? Si, c’erano prima. Adesso non abbiamo preso nulla in considerazione perchè sembrava fatta (con l’Atalanta ndr).”




ESCLUSIVA RG24 – Fiorentina, niente Sundas: sarà proprietario di un club spagnolo

Dopo i tanti tentativi di intavolare una trattativa con i Della Valle per portare dei nuovi compratori alla Fiorentina, il procuratore Alessio Sundas è pronto a percorrere una nuova strada che lo porterà ad essere proprietario di un club della Liga Adelante, seconda divisione spagnola. E’infatti stato annunciato il raggiungimento dell’accordo per l’acquisizione di un club spagnolo, insieme a Raffaele Pandalone, ex vice presidente del Marbella, squadra di terza divisione. Nonostante il tutto sia molto complicato, i due sembrano essere estremamente decisi nel loro intento di creare un nuovo progetto ambizioso.  Nonostante i successi previsti al Marbella non siano mai arrivati, i migliori risultati del club sono arrivati sotto la sua gestione. Dobbiamo ricordare inoltre che è stato il promotore della presenza dell’Inter nella Costa del Sole l’inverno passato, offrendo a La Balona e al Marbella la possibilità per la prima volta di partecipare a un triangolare con l’affermata squadra di calcio italiano. Dall’altra parte invece Sundas è un conosciutissimo intermediario nel mondo del calcio, in Italia, dove lavora anche con le Accademie di calcio. Nel suo portfolio ci sono squadre come Treviso, Fiorentina, Pisa, Livorno, Bari, Maceratese, Como, Grosseto, Mantova, Teramo, Ancona e Milan (scuola calcio).




ESCLUSIVA RG24 – Ag. Laxalt: “Atalanta in vantaggio con l’aiuto della Juventus”

Oggi la redazione di RadioGoal24 ha sentito in esclusiva Vincenzo D’Ippolito, procuratore di Laxalt, che ha parlato del futuro del suo assistito. Ecco le sue dichiarazioni: “Fiorentina? Sì, confermiamo l’offerta di 13 milioni. Se stiamo trattando? Al momento stiamo trattando di più con l’Atalanta, il Genoa chiede 15 milioni. Al giocatore interessa l’Atalanta? Vediamo, la trattativa è ancora in fase embrionale. Roma e Liverpool? L’interesse dell’Atalanta è molto più concreto, anche perché c’è la regia della Juventus”. Che sia un segnale per un eventuale ritorno di Spinazzola in bianconero?