Panchine girevoli in Serie A: ha senso cambiare allenatore a poche giornate dalla fine?
Il campionato di Serie A 2017/2018 sta per chiudersi e siamo a sole tre giornate, dalla fine della stagione. Le situazioni in classifica non sono ancora definite e tutto, è ancora in gioco: i primi due posti saranno sicuramente occupati dalle due squadre che si contendono il campionato, Juventus e Napoli rispettivamente prima e seconda; la zona Champion’s League invece si sta pian piano definendo, poiché Lazio e Roma hanno vinto l’ultima gara disputata, mentre l’Inter è stata sconfitta dalla Juventus durante gli ultimi minuti di gioco. Le romane sono appaiate a 70 punti mentre i nerazzurri si trovano quattro punti sotto e al quinto posto; la corsa all’Europa League sta diventando una lotta a due tra Atalanta e Milan; in zona retrocessione cinque squadre sono a rischio nell’arco di tre punti: Udinese e Crotone a 34 punti, Cagliari a 33, SPAL 32 e Chievo a 31. Proprio di queste squadre a rischio retrocessione, si sta parlando negli ultimi giorni. Più precisamente degli allenatori di Udinese, Cagliari e Chievo, che hanno subito un calo drastico di forma fisica durante la seconda parte del campionato. Le panchine di queste tre squadre scottano e già sono avvenuti degli esoneri per cercare di terminare al meglio la stagione. Ora valuteremo infatti se sarà utile il cambio in panchina e se avverrà la scossa all’interno dello spogliatoio, anche a poche giornate dal termine.
Udinese (Oddo -> Tudor)
La situazione dell’Udinese è alquanto preoccupante, poiché non riesce a trovare la vittoria da ben tre mesi. L’ultima vittoria infatti risale precisamente al 28 gennaio, con la vittoria per 0-1 in casa del Genoa; dalla partita successiva fino ad ora ha guadagnato soltanto due punti: il pareggio con il Milan per 1-1 prima della serie di undici sconfitte, terminata proprio nella gara di campionato appena trascorsa, grazie al pareggio per 3-3 con il Benevento. Il tecnico Massimo Oddo, aveva iniziato benissimo la sua avventura friulana, con una striscia di vittorie che stava facendo impallidire le squadre di alta classifica. Poi però, il percorso sulla panchina dell’Udinese è diventato incredibilmente tortuoso e la sconfitta casalinga nel match salvezza contro il Crotone ha sentenziato la fine del rapporto con i bianconeri. Ancora una volta l’allenatore si ritrova a dover fare i conti con l’immagine di guida tecnica dalle ottime idee ma dalla scarsa realizzazione. Eppure, l’esonero maturato con l’Udinese, nasconderebbe anche interessanti retroscena riguardanti incomprensioni di natura tecnico-tattica con la società. Fonti vicine all’allenatore avrebbero infatti palesato una situazione non tesissima ma certamente impossibile da definire idilliaca tra Oddo e l’Udinese. Al di là dei risultati sicuramente negativi delle ultime settimane, i primi attriti tra tecnico e dirigenza sarebbero nati in seguito ad alcune incomprensioni durante la sessione invernale di calciomercato. Nello specifico, Oddo avrebbe fatto un paio di richieste che sarebbero state disattese dalla società, ovvero l’acquisto di un attaccante per ovviare agli infortuni di Lasagna e la non cessione di Bajic, che il tecnico avrebbe voluto lanciare presto titolare poiché aveva notato significativi miglioramenti nel ragazzo in allenamento. La società, però, si è rivelata essere di diverso avviso su entrambe le questioni: in attacco non solo Bajic è stato ceduto al Basaksehir, ma al suo posto non è poi arrivato nessun giocatore in sostituzione. Inoltre, proprio mister Oddo avrebbe lasciato intendere come la proprietà non fosse esattamente vicinissima alle necessità del club e si fosse rivelata maggiormente interessata alle vicende del Watford. L’ex giocatore di Milan e Lazio avrebbe poi avuto problemi con la dirigenza anche per quanto riguarda la situazione del ritiro, tanto chiacchierata negli ultimi giorni di permanenza all’Udinese. La proprietà avrebbe spinto infatti per mandare i calciatori in ritiro, mentre Oddo si sarebbe battuto fortemente per evitare che questo accadesse, dato che l’allenatore riteneva la soluzione sbagliata a livello psicologico. Paradossalmente, però, proprio i giocatori avrebbero “condannato” l’allenatore, mostrandosi poco capacitivi nei suoi confronti e addirittura indifferenti alla sua maniera di vedere il calcio, preferendo prendere altre strade durante le partite. Tutti questi fattori avrebbero dunque scatenato un mix di insoddisfazione e cali di tensione, con la conseguenza di risultati non all’altezza e un periodo nerissimo culminato con il suo esonero. Per l’allenatore si tratta già della seconda avventura terminata prematuramente in Serie A, dopo quella della scorsa stagione a Pescara. L’Udinese cercherà senza di lui un’inversione di tendenza, per non arrivare ad un finale di stagione, calcisticamente tragico e assolutamente inatteso. Ecco quindi che la dirigenza ha posto le sue scelte sull’ex giocatore della Juventus, nonché ex allenatore del Galatasaray, Igor Tudor. Il neo tecnico ha conquistato il pareggio in casa del Benevento, già retrocesso matematicamente in Serie B, con un rocambolesco 3-3. Infatti i friulani si sono portati sullo 0-1, raggiunti subito dopo 10 minuti, e superati per 2-1 al 76°. I mostri delle partite precedenti sembravano essere dietro l’angolo, quando la doppietta di Lasagna cambia tutto in un minuto ribaltando addirittura il risultato 2-3. La beffa però è arrivata al 90° minuto con il primo gol in Serie A di Sagna, lasciando l’amaro in bocca ad una squadra che ha voglia di rialzarsi. Vedremo quindi durante le prossime giornate di campionato, se sarà stata una questione di squadra contro allenatore o di qualità tecnica dei giocatori, sperando di non vedere l’Udinese tra le tre squadre che retrocederanno.
Cagliari (Lopez)
Il Cagliari viaggia in acque pericolose e si trova a solo due distanze, dalla zona retrocessione. Nelle ultime dieci partite, i sardi sono riusciti a portare a casa soltanto otto punti su trenta disponibili, mettendo a serio rischio la situazione della squadra in classifica. L’ultima partita giocata, ha segnato in definitiva i piani della società isolana, che dopo la pesante sconfitta a Genova contro la Sampdoria per 4-1, avevano intenzione di esonerare il tecnico Lopez. La presidenza della società si era presa una notte di riflessione per capire quale soluzione fosse migliore, per il futuro della squadra. I rossoblù avevano tre alternative in casa: Beretta (responsabile delle giovanili), Rastelli e Legrottaglie, ancora sotto contratto dopo l’esonero di ottobre. Alla fine il presidente Giulini ha scelto di andare avanti con Lopez: evidentemente è rimasto convinto del fatto che solo il tecnico che conosce bene la squadra possa risolvere la difficile situazione. Per il Cagliari ci saranno tre gare fondamentali nelle prossime settimane, a partite dal posticipo in casa con la Roma di domenica 6 maggio, alla quale seguiranno le gare con la Fiorentina fuori casa il 13 maggio e l’Atalanta, nell’ultima partita del campionato. L’obbiettivo è uno ed unico per tutti nella società, la vittoria che varrebbe la tanto attesa salvezza nella massima serie. Probabilmente il tecnico uruguaiano la prossima stagione non siederà ancora sulla panchina del Cagliari, a prescindere dall’esito finale di questo campionato. Vedremo quindi nelle prossime ed ultime tre giornate di campionato, se squadra ed allenatore, saranno sulla stessa frequenza d’onda per riuscire a conquistare l’obbiettivo primario.
Chievo Verona (Maran -> D’Anna)
È costata cara a Rolando Maran la sconfitta contro la Roma all’Olimpico. Il Chievo Verona ha infatti deciso di esonerare il tecnico trentino, scegliendo al suo posto Lorenzo D’Anna, attuale allenatore della Primavera. Decisione con tempistiche davvero strane quella del Chievo, che già era andato vicinissimo all’esonero di Maran dopo il ko di Napoli, quando la squadra andò a un passo dal colpaccio al San Paolo, salvo inchinarsi a Diawara all’ultimo minuto di recupero. Decisione presa, poi rimangiata. Fino a quella odierna, definitiva, ma arrivata a causa di una sconfitta con quella che è pur sempre una squadra con 40 punti in più in campionato e semifinalista di Champions League. Il Chievo prova quindi a dare una scossa all’ambiente in quella che sarà la settimana decisiva della stagione, ovvero quando domenica prossima a Verona arriverà il Crotone di Zenga in un autentico spareggio salvezza. Maran lascia così la panchina del Chievo dopo 4 stagioni: il tecnico aveva iniziato nell’ottobre del 2014 subentrando in corsa all’esonerato Corini. Dopo aver raggiunto la salvezza con cinque giornate di anticipo, a maggio del 2015 aveva firmato un triennale con opzione per altri due anni. La stagione successiva aveva ottenuto uno splendido nono posto in classifica, così come anche nella scorsa stagione il Chievo aveva raggiunto una salvezza in carrozza. In questa stagione invece le prime e autentiche difficoltà, specie nel girone di ritorno: dal 3 dicembre ad oggi infatti, in un totale di 21 partite il Chievo ha colto solo 2 vittorie e 5 pareggi, per un drammatico totale di 11 punti che di fatto sono costati a Maran il posto e alla squadra un risucchio verso la lotta salvezza a cui non era quasi più abituata.
Le squadre che hanno cambiato la loro guida tecnica potranno avere risvolti positivi nello spogliatoio, per unirsi tutti alla lotta contro la retrocessione. Di solito le squadre che hanno cambiato l’allenatore, sono riuscite a raggiungere l’obbiettivo della salvezza, soprattutto se la situazione all’interno della squadra, era di un serio conflitto tra giocatori e tecnico. Spesso è capitato, che i giocatori volontariamente cambiassero il loro rendimento in partita ai danni del tecnico, proprio per far capire alla dirigenza che qualcosa non andava nel giusto modo. Oppure potrebbe accadere, che i problemi derivino soltanto dalla qualità dei giocatori in rosa, probabilmente non all’altezza di questo campionato: ad esempio è il caso della rosa del Benevento, prima che fosse rinnovata durante il mercato di gennaio. La squadra campana infatti, dopo la sessione di mercato è sembrata rinata tatticamente, infatti ha ottenuto buoni risultati in alcune partite, esprimendo un buon gioco. Ma ciò nonostante non ha raggiunto i punti necessari per la salvezza nella massima serie, condannando il Benevento all’unica certezza che abbiamo finora nel nostro campionato: la retrocessione. Vedremo allora nelle prossime tre giornate, cosa ci racconteranno i risultati delle tante gare che saranno decisive sia per le zone alte che per le zone basse di un campionato tra i più aperti in tutta Europa.