Inter, la parabola discendente. La stagione nerazzurra vista dalle dichiarazioni di Spalletti
“Se sono più tranquillo per l’obiettivo Champions dopo questo risultato? In certi momenti abbiamo la faccia tosta di esserci con intensità, in altri lasciamo palla agli avversari, non riusciamo ad avere continuità, non so cosa succederà nella prossima partita. Io non sono convinto che l’Inter abbia tutta quella qualità di cui si parla, per andare a giocare nella metà campo avversaria servono certe doti. Noi abbiamo fatto un pessimo periodo, ma in generale non abbiamo mai giocato un grandissimo calcio.”
Con queste dichiarazioni, Luciano Spalletti ha scosso l’ambiente dell’Inter dopo il pareggio per 0-0 contro il Napoli. Cosa avrà voluto dire l’allenatore? Voleva spronare la squadra o criticare velatamente (ma nemmeno troppo) la società nerazzurra? Proviamo a ripercorrere le tappe della stagione tramite le parole del mister di Certaldo.
Conferenza stampa al termine del match Napoli-Inter 21/10/17

L’Inter si presenta allo scontro contro il Napoli da imbattuta e seconda in classifica, dietro solo agli Azzurri. Il match termina 0-0, con una prestazione della squadra di Sarri nettamente superiore a quella vista allo stadio San Siro nel match di ritorno.
“Oggi abbiamo fatto una buonissima partita, che poteva essere giocata anche meglio. A questi calciatori vanno fatti i complimenti. Continuano a dirci che siamo fortunati, ma la vera fortuna per me è allenare questi calciatori. Pian piano ve ne accorgerete…Sanno fare il loro mestiere, sanno dove vogliono andare e oggi sono venuti qui a giocare una buonissima partita. Inter da scudetto? Noi ci sentiamo forti, ma abbiamo ancora molto da crescere: dobbiamo guardare partita dopo partita”
L’allenatore dell’Inter, nonostante i suoi abbiano giocato oggettivamente a un livello inferiore di quello visto domenica scorsa, è sembrato soddisfatto della prestazione di squadra. Probabilmente, era convinto che, con il passare del tempo, i giocatori avrebbero continuato ad avere una crescita esponenziale, come si era potuto osservare nei primi due mesi di gestione spallettiana.
Conferenza stampa prima del match Juventus-Inter 09/12/17

“Ora abbiamo una precisa identità e sappiamo che possiamo competere a questi livelli. Per raggiungere i nostri obiettivi serviranno tanti punti e ogni partita deve essere l’occasione per portarne a casa. Ecco perché andiamo a Torino per vincere.”
E al termine della partita, finita 0-0: “Vedo molti dispiaciuti per questa prima sconfitta che tarda ad arrivare come se pensassero che sia un incantesimo da spezzare per far tornare nuovamente il cigno un brutto anatroccolo… Sappiamo però che per adesso la fiaba è un’altra. E’ quella in cui sono i gufi a diventare colombe. Noi siamo passati da quelli che c’avevano culo a quelli che devono vincere il campionato. Le due cose non vanno d’accordo.”
Parole forte quelle del tecnico toscano, quasi l’antitesi di quelle rilasciate domenica sera dopo lo 0-0 con i partenopei. Dichiarazioni anche comprensibili, considerando che dopo la sfida con i bianconeri, l’Inter è rimasta alla testa della classifica, conquistata la giornata precedente grazie proprio alla Juventus, vincente in casa del Napoli. Con il senno di poi, sono state affermazioni azzardate?
Al termine del match contro il Pordenone in Coppa Italia, vinto solamente ai rigori, Spalletti ‘attacca’ la società, rea di creare aspettative troppo alte. Dopo quella partita, inizierà la crisi dell’Inter:
“Secondo me bisogna fare attenzione, credo che fino a quando la società non presenterà le vere intenzioni che ha, su come agire in questo mercato, dovremmo fare tutti un po’ di silenzio. Creare quelle aspettative che si sono create prima dell’inizio del campionato, avere la sfiducia che c’era in base ai nomi di cui si era parlato, non fa bene ai tifosi, ai calciatori, all’Inter e ai risultati. Di conseguenza se mi chiedete chi voglio, ve li dico. Voglio Segio Ramos, Iniesta e Sanchez. Quelli che hanno pedalato fino ad ora hanno portato primi in classifica l’Inter, ci vuole rispetto”. (15/10/17)
L’ultima frase del 59enne è emblematica.

Dopo la crisi nerazzurra, decorata da 3 sconfitte e 5 pareggi consecutivi, Spalletti attacca un’altra volta i dirigenti nerazurri
“Consiglierei al presidente di creare una terza squadra, quella virtuale da far allenare ai dirigenti. Prenderemo provvedimenti fra di noi, ne parlerò col presidente. Perché poi dentro lo spogliatoio ci sono io. Siamo terzi e si parla di rivoluzione. Se scrivete dei nomi, vuol dire che qualcuno ve li dice.” (16/02/17)
Nelle dichiarazioni dell’allenatore è impossibile non notare una parabola discendete, che si frantuma al suolo con le aperte critiche dei mister ai giocatori, risalenti a qualche giorno fa. Spalletti, dal difendere società e squadra, ha screditato prima la società, e poi anche la squadra. Semplice sfogo del momento, o dichiarazioni mirate ha spronare e correggere il comportamento della società e le motivazioni dei giocatori? L’ex allenatore della Roma ha perso la pazienza o ha voluto dare un segnale forte, per far invertire la rotta di tutta l’Inter, facendo capire che non è così che si costruisce una grande squadra?
In un momento decisivo della stagione, a dieci giornate dal termine del campionato e con una corsa Champions più accesa che mai, è difficile trovare una spiegazione non tanto alle parole di Spalletti (più che comprensibili), ma del perchè abbia volute sputarle fuori adesso, soprattutto dopo un match in cui l’Inter non ha concesso nemmeno un tiro in porta a una squadra come il Napoli. Sicuramente, avrà avuto le sue buone ragioni.