Milan, è tornato Gattuso: “Non farò la fine di Inzaghi e Seedorf. Non sono un traghettatore”

Rino Gattuso è tornato a casa. Il nuovo allenatore del Milan ha tenuto una conferenza stampa a Milanello insieme a Fassone, per presentare il suo nuovo progetto: “Questa è casa mia. Sembra che in questi anni io abbia allenato solo gli Esordienti, ma in realtà ho più di 100 partite sulle spalle in campionati diversi. Trovo anche riduttivo parlare sempre del Gattuso calciatore grintoso e rabbioso, vorrei ricordare che sono stato a Coverciano, il patentino non me l’hanno regalato e le partite si preparano anche con la tecnica e la tattica, non solo con cuore, grinta e cattiveria.”

Quanto pensa che sarà lungo questo progetto?

“Non mi sento un traghettatore, potrei pensarlo se mancassero quattro partite. So di non piacere a tutti, ma io so quali doti io e cosa posso dare. Ho una grande responsabilità, so che sarà lavoro duro, ma la squadra ha 16 nazionali è un’età media di 21 anni, sarà un piacere allenarli. Certo, devono fare di più, ma non sono queste le preoccupazioni. Le preoccupazioni per esempio erano a Creta, dove non c’è la società, o a Pisa, dove anche lì esistevano problemi societari. Qui invece c’è tutto.”

Che effetto le fa tornare al Milan?

“Provo le stesse emozioni che provavo quando giocavo, qui è il paradiso, quando vedo i campi di Milanello mi viene il mal di testa perché posso permettermi di scegliere quello che mi piace di più. Sento dire che la società ha problemi, ma gli stipendi arrivano regolarmente tutti i mesi. Per me è un sogno che continua, è un privilegio allenare in questo club.”

Difesa a tre?

“Dobbiamo imparare a diventare squadra, a saper soffrire, a coprire bene il campo e a non prendere ripartenze. In altre parole occorre aiutarsi con lo spirito battagliero, essere compatti. Il discorso di base è non dimenticare il Dna Milan, le regole di un gruppo da rispettare, le usanze, il senso di appartenenza. Quando si perde, a Milanello deve essere un funerale… E per giocare a calcio bisogna far fatica, io valuterò le formazioni in base a quello che vedrò lungo la settimana. È il campo che parla.”

Inzaghi e Seedorf?

“Non voglio fare la loro fine. Diciamo che se avessi pensato al rischio, non sarei andato a Creta, per esempio. Io sfrutto al massimo le possibilità del presente e poi domani è un altro giorno. In ospedale ci vado solo dopo essermi rotto la testa, non prima.”

Come stanno i singoli? Cambieranno le gerarchie?

“La fascia di capitano non cambierà, resta a Bonucci. André Silva? Ha grandissime qualità, ma occorre che giochi di più per la squadra, e occorre anche metterlo in condizioni affinché lo faccia. Fa cose belle, ma solo a livello personale. Cutrone? Parte sullo stesso livello di Kalinic e Silva, ha il veleno addosso, non si ferma mai, è un tarantolato, c’è bisogno di questo spirito. Suso? Mi incuriosisce se davvero può giocare soltanto largo come si dice, vediamo se è davvero così.”