il 2015 si è chiuso ed è tempo di bilanci: per quanto riguarda il mondo calcistico è stato un anno molto interessante e intenso che ha portato moltissime partite emozionanti anche in Serie A. RadioGoal24 vi propone quelle che per noi sono le 3 partite più belle dell’anno, mettendo in conto sia la partita in se, sia il valore e le conseguenze che quella partita ha comportato.
TERZA POSIZIONE: ROMA-LAZIO 2-2 [ S. Mauri 25′ (L); F. Anderson 29′ (L); F.Totti 48′,64′ (R)]- 11 Gennaio 2015
Praticamente un anno fa andava in scena uno dei derby più emozionanti degli ultimi anni. L’atmosfera era di quelle pesanti, con la Lazio che dopo un inizio di stagione orrendo stava risalendo la classifica con risultati su risultati e la Roma divisa da sentimenti contrastanti: da una parte la ferita del risultato contro il Bayern Monaco ancora aperta (le ultime partite dei giallorossi erano state infatti poco convincenti), dall’altra la consapevolezza di essere sotto di un punto alla Juventus e quindi ancora in piena regola per lo scudetto. Lo scenario era quello dei grandi derby, con le tifoserie che si prestarono con due grandi coreografie: i laziali con la classica metafora classica realizzata da Massimo Clemente detto “Disegnello” in cui i gialorossi erano visti come anime morte (dopo il derby di coppa italia) che cercano il passaggio dal dal demonio Caronte, i romanisti con una serie di manifesti riguardanti le stelle del passato e del presente giallorosso, schermendo in cugini di non aver mai avuto certi simboli. La partita ancor prima del fischio d’inizio sembra riservare un copione ben preciso, con un Pioli con un 4-2-3-1 molto offensivo e un Garcia sulla difensiva, con Nainggolann e Florenzi a rinforzare il centrocampo al posto di Strootman e Destro. I biancocelesti però si affidano all’uomo dell’ anno, al talento che Pioli ha saputo crescere: Felipe Anderson serve prime con un magnifico assist il capitano Mauri, il quale colpisce in rete al volo, e poi con un tiro micidiale da fuori area punisce De Sanctis per il meritatissimo 2 a 0. La partita sembra finita già al primo tempo, ma nella ripresa ecco che per la Roma la rinascita passa tra i piedi proprio di quel “simbolo più luminoso” della storia giallorossa, dell’uomo messo al centro tra i vari manifesti durante la coreografia. Francesco Totti infatti prende in mano la squadra e grazie anche al nuovo entrato Strootman riesce prima a sorprendere la difesa laziale con un diagonale che infila Marchetti e poi con un colpo al volo defilato sulla destra (veramente inusuale per l’allora trentottenne) che stabilisce la parità, entrando nella storia anche per una curiosa esultanza con un “selfie” insieme a tutta la curva sud. Partita che, nonostante il pareggio, sa di sconfitta per gli ospiti e vittoria per i padroni di casa, che sarà però solo il preludio della lotta per il secondo posto tra le due che si concluderà solo con il derby di ritorno
SECONDA POSIZIONE: EMPOLI-NAPOLI 4-2 [ 8′ Maccarone (E), 43′ Britos (aut.) (E), 46′ Saponara (E); nel st 19′ Laurini (aut.) (N), 37′ Albiol (aut.) (E), 46′ Hamsik (N)]- 30 Aprile 2015
Descrivere con poche parole il Napoli di Benitez non è cosa facile: una squadra capace da un lato di sorprendere tutti in Europa e nei big match che contano, ma dall’altra di avere terribili crolli nelle partite che sembrano facili contro squadre minori, che riservano brutte sorprese in cui il Napoli è troppo spesso caduto. La partita contro l’Empoli è significativa perché la squadra toscana rappresentava proprio la piccola squadra senza paura, con sinergia tra i suoi elementi, a cui interessava divertire oltre ai soliti 40 punti. Una squadra capitanata da quel Maurio Sarri che successivamente diverrà allenatore proprio degli azzurri. Questa partita è inoltre molto simbolica perché ha forse sottolineato il difetto più grande di quel Napoli, quella difesa che da una parte per colpa dei singoli giocatori, dall’altra per un’organizzazione difensiva pietosa faceva continui buchi nell’acqua, e che in questa partita è stata affondata non solo per i 4 gol, ma perché 2 di essi sono arrivati da due autogol di due difensori napoletani. Si può dire quindi che questa partita è stato il simbolo, forse, di due realtà molto significative (come quella ella delusione Napoli e della rivelazione Empoli) dell’anno appena passato. Le due due squadre arrivavano entrambe da un buon periodo: Il Napoli si vedeva avvicinare a Roma e Lazio, con prestazioni convincenti contro Sampdoria e Wolfsburg, mentre all’ Empoli bastava solo un punto per la salvezza matematica. Nel primo tempo però la partita l’ha fatta l’Empoli, dimostrando grinta e carattere, trascinata dai suoi due uomini chiave: da una parte l’esperto Maccarone, finalmente con la possibilità di dimostrare le sue doti tecniche anche in Serie A e dall’altra Saponara, che dopo aver lasciato Empoli per la sfortunata parentesi milanista, è tornato a casa e ha saputo portare la squadra sulle spalle, dimostrando numeri di alta classe come l’assist proprio per il gol di Maccarone e un gran terzo gol con una mezza rovesciata che ha incantato gli spettatori presenti. In mezzo la solita svista della difesa azzurra con l’autogol di Britos. Nel secondo tempo il Napoli prova a reagire e si affida all’attacco, che è stato l’ancora di salvezza, il punto di forza, di Benitez in questi anni. Il gol arriva però grazie ad un autogol di Larini, con l’azione che è stata portata avanti da Hamsik, in uno dei pochi periodi di splendore nella gestione dell’allenatore spagnolo. L’Empoli sa però che non può rilassarsi nonostante i 2 gol di vantaggio e infila il 4-1 con un altro autogol, quello si Albiol. Inutile il gol finale nella ripresa sempre di Hamsik.
PRIMA POSIZIONE: NAPOLI-LAZIO 2-4 [33′ pt Parolo (L), 46′ pt Candreva (L), 10′ e 19′ st Higuain (N), 40′ st Onazi (L), 47′ st Klose (L)]- 31 Maggio 2015
Proprio le due principali protagoniste delle precedenti posizioni tornano per la prima: Napoli e Lazio, infatti, all’ultima giornata di campionato, si giocavano l’accesso ai preliminari di Champions, ovvero il terzo posto. Le aspettative per questa partite erano grandissime: due squadre offensive che nei loro momenti migliori (nonostante i tanti alti e bassi del Napoli) sapevano regalare gol e spettacolo. La partita era una delle più attese dell’anno, in cui anche tifosi neutrali di altre squadre rinunciavano alla partitella del loro team preferito ( eravamo all’ultima giornata, ormai quasi tutti i verdetti erano stati decretati) per gustarsi l’unica partita che poteva significare qualcosa. Partita decisiva che non ha deluso e che per molti opinionisti ha portato ad un finale del campionato a “lieto fine”. Si perché da una parte c’era una Lazio agguerrita, volenterosa, che in quel campionato aveva dato tutto, che era riuscita a giocarsi fino alla giornata precedente il secondo posto con i cugini della Roma e che dopo un campionato così bello non voleva levarsi la soddisfazione del terzo posto, vale a dire qualificazione Champions e tanti soldi. Dall’altra invece c’era il Napoli, ancorato in quelle alte posizioni non solo per i suoi meriti, visto il cammino altalenante in campionato. La squadra di Benitez partiva comunque favorita, perché primo giocava in casa e perché secondo in termini di rosa rimaneva comunque più forte con il suo attacco stellare. Ranieri, in una sua vecchia intervista, disse : “ In una partita giocata da due squadre con lo stesso modulo , che si stanno affrontando per un obbiettivo importante, a vincere sarà sempre la squadra con la rosa più forte“. Rispetto assoluto per l’allenatore testaccino, che però in questo caso non ha avuto ragione. Ad assicurarsi la vittoria è stata infatti la Lazio che con un grande primo tempo e con un pò di fortuna riesce a portarsi a casa vittoria e terzo posto. I biancocelesti aprono subito con un grandissimo primo tempo, aperto dal gol di Parolo e chiuso dal contropiede di Candreva. Prima parte di gara gestito magistralmente dalla difesa laziale che però nel secondo tempo viene abbattuta dall’ariete del Napoli, dal Top Player della serie A, da quell’attaccante che ti risolve le partite. Gonzalo Higuain infatti mostra a tutti le sue capacità e infila nei primi venti minuti del secondo tempo una doppietta. Con un pareggio ad andare in Cahampions sarebbe la Lazio, ma la squadra di Pioli è frastornata dal pressing del Napoli, che a metà secondo tempo riesce a guadagnarsi un calcio di rigore. Dal dischetto va Higuain, che realizzerebbe così la sua tripletta personale, ma il fato decide di graziare i biancocelesti e il “Pipita” tira alto. I napoletani vedono la speranza svanire, traditi dall’errore del proprio condottiero, e la Lazio approfitta con un doppio contropiede che prima con Onazi e poi con Klose fissa il punteggio sul 2 a 4. Lazio terza, Napoli quarto. Per Benitez questa sconfitta significa la fine della sua avventura a Napoli.